Roma, 10 dic. (LaPresse) – Il Pil italiano nel terzo trimestre ha registrato una variazione nulla, interrompendo la costante flessione cominciata nel terzo trimestre del 2011. Lo rileva l’Istat, sottolineando tuttavia che, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, il Pil è diminuito dell’1,8% nei confronti di luglio-settembre 2012. L’istituto statistico ha migliorato le stime preliminari, che avevano indicato un’economia ancora in flessione dello 0,1% su base trimestrale. Anche il dato annuo è stato corretto, con un miglioramento rispetto alla prima rilevazione che aveva riferito di un Pil a -1,9%. Per quanto riguarda il 2013, la variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti, con cali dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate del 2,0% e le esportazioni dello 0,7%. La domanda nazionale, sottolinea l’Istat, al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla variazione del Pil. Il contributo è stato negativo per gli investimenti fissi lordi e per i consumi delle famiglie residenti (entrambi -0,1 punti percentuali) e nullo per i consumi della Pubblica amministrazione. Le scorte hanno contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha sottratto 0,4 punti percentuali. Il valore aggiunto ha segnato, in termini congiunturali, un andamento negativo nell’agricoltura (-1,6%), positivo nell’industria in senso stretto (0,2%) e variazioni nulle nelle costruzioni e nei servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti: nell’agricoltura dello 0,7%, nell’industria in senso stretto del 2,8%, nelle costruzioni del 5,5% e nei servizi dello 0,9%.

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