Milano, 26 set. (LaPresse/Finanza.com) – La Borsa di Milano ha chiuso in ribasso pagando i venti di crisi che soffiano sulla maggioranza di governo. L’indice Ftse Mib ha lasciato sul parterre l’1,20% a 17.872 punti, comunque sopra i minimi intraday toccati a 17.691 punti. Le tensioni sono scattate ieri sera con la minaccia delle dimissioni in blocco di tutti i parlamentari del Pdl, seguita dalla dura risposta del presidente Napolitano. Il premier Letta di ritorno da New York, come riportato dalla stampa nazionale, ha espresso l’intenzione di chiedere un’immediata verifica di Governo. Nel pomeriggio il listino milanese è risalito dai minimi complici alcuni deludenti dati Usa, visti dal mercato come un motivo per allontanare il tapering. In particolare la lettura finale del Pil del secondo trimestre ha mostrato un rialzo del 2,5% contro attese che ipotizzavano un +2,6%, mentre le vendite in corso di abitazioni ad agosto sono scese dell’1,6% (consensus -1%).
Telecom Italia ha mostrato un progresso del 4,11% a 0,595 euro in scia all’ipotesi di un cambio della norma sull’Opa. Questa mattina Giuseppe Vegas, presidente della Consob, ha dichiarato che Telefonica non ha l’obbligo di lanciare un’Opa su Telecom Italia, ma un’eventuale modifica della legge potrebbe abbassare la soglia del 30% per le società a più elevata capitalizzazione e con un azionariato molto frammentato. L’assist del numero uno della Consob ha subito trovato una sponda nel Governo che, secondo indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa, starebbe già lavorando per una modifica della legge sull’Opa. Bene anche Autogrill (+1,38% a 12,49 euro) che oggi ha stipulato l’atto di scissione per World Duty Free. Gli effetti della scissione decorreranno da martedì primo ottobre e che alla stessa data inizieranno le negoziazioni delle azioni di World Duty Free sul Mercato Telematico Azionario.
Debole il comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 3,41% a 1,163 euro, Ubi Banca il 2,34% a 4,006 euro, Intesa SanPaolo il 3,78% a 1,605 euro, Unicredit il 2,69% a 4,85 euro, Popolare di Milano il 2,72% a 0,425 euro, Mediobanca l’1,75% a 5,32 euro. Tra i finanziari male anche Mediolanum che ha lasciato sul parterre il 3,08% a 5,51 euro. Andamento a due velocità per i titoli del Lingotto: Fiat ha ceduto il 2,02% a 6,06 euro, mentre Fiat Industrial è avanzata dello 0,10% a 9,92 euro.
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