Milano, 25 set. (LaPresse/Finanza.com) – La Borsa di Milano ha chiuso poco mossa una seduta caratterizzata dalle vendite che hanno colpito Telecom Italia all’indomani della salita di Telefonica in Telco. Più in generale sui mercati sembra essersi esaurita l’euforia nata dopo il rinvio del tapering da parte della Federal Reserve. Il premier Letta, in visita a Wall Street, ha dichiarato che il Governo sta lavorando sulla strada del consolidamento di bilancio. Per il premier è necessario evitare che il deficit superio il 3% del Pil. Il problema del consolidamento del bilancio, ha insistito Letta, è avere bassi tassi interesse sul debito. Al momento il Paese è al 4,5%, ma c’è la volontà di scendere entro l’anno prossimo al 2% ed è questo il motivo per cui Letta considera cruciale il tema della stabilità politica. Mentre lo spread Btp-Bund è rimasto stabile sotto la soglia dei 240 punti base, a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dello 0,14% a 18.089 punti.

Telecom Italia è finita sul fondo del paniere principale con un ribasso del 4,67% a 0,572 euro all’indomani della salita di Telefonina nella holding Telco. Questa mattina, nel corso di un’audizione al Senato, il presidente Franco Bernabè ha dichiarato che il rischio downgrade potrebbe essere scongiurato attraverso un aumento di capitale. Secondo il top manager un’eventuale ricapitalizzazione ridarebbe infatti solidità finanziaria e potenzierebbe i nuovi investimenti. Un altro rischio per Telecom Italia è quello di perdere la parte che negli ultimi anni ha garantito la tenuta dei margini, ovvero le attività in Brasile e Argentina. Il premier Letta ha dichiarato che la rete è strategica per il Paese. Male anche Mediaset (-1,67% a 3,176 euro) in scia al downgrade di Cheuvreux che ha tagliato il rating a hold dal precedente buy. Contrastato il comparto bancario: Ubi Banca ha guadagnato l’1,13% a 4,102 euro, Unicredit l’1,26% a 4,984 euro, Banco Popolare lo 0,58% a 1,204 euro. In territorio negativo sono invece finite Intesa SanPaolo (-1,71% a 1,668 euro), Mediobanca (-0,37% a 5,415 euro) e Popolare di Milano (-1,89% a 0,437 euro). Autogrill ha svettato sul Ftse Mib con un rialzo del 3,70% a 12,32 euro in scia ad un report positivo di Citigroup che ha ribadito il giudizio d’acquisto sul titolo con target alzato a 14 euro dal precedente 13,30 euro. Per quanto riguarda la divisione ‘Food & Beverage’, gli analisti sono convinti che Autogrill potrebbe sfruttare “il recupero dei margini negli Stati Uniti e nelle operazioni europee”.

Ancora positiva Enel (+1,11% a 2,914 euro) che ieri ha annunciato di aver ceduto il 40% a Rosneft di Artic Russia, la joint venture con Eni che possiede il 49% di SeverEnergia. Enel incasserà 1,8 miliardi di dollari al closing dell’operazione. Snam (-0,53% a 3,78 euro) non ha sfruttato la promozione di Credit Suisse che hanno alzato il giudizio sul titolo a outperform. Sono state inoltre migliorate le previsioni sull’utile per azione tra il 2013 e il 2016 del 2-3%. “La fine del processo di revisione regolatorio si sta avvicinando, così come l’investor day che dovrebbe far luce sulle strategie di acquisizione di Snam” hanno scritto gli esperti di Credit Suisse.

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