Milano, 16 set. (LaPresse/Finanza.com) – La Borsa di Milano ha chiuso in rialzo sfruttando la buona intonazione dei principali listini internazionali. A Francoforte il Dax ha toccato i massimi storici sopra 8.600 punti, a Wall Street l’S&P 500 ha rivisto quota 1.700 punti e il Nasdaq si è portato sui massimi degli ultimi 13 anni. A galvanizzare il sentiment dei mercati la svolta in casa Fed. Larry Summers, candidato numero uno per la successione di Bernanke, ha deciso di ritirasi dalla corsa per la guida della Banca centrale aprendo così la strada a Janet Yellen. Secondo gli analisti, la Yellen è per un’uscita più graduale dal quantitative easing. E proprio la riduzione del piano di acquisto titoli sarà il tema principale della settimana, con la riunione della Fed in calendario mercoledì. Tra le materie prime, l’accordo siglato tra Stati Uniti e Russia per il disarmo dell’arsenale chimico di Damasco ha fatto scattare le vendite sul petrolio con il Wti sceso in area 107 dollari al barile. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,05% a 17.731 punti.
Ben comprati i titoli del comparto bancario: Ubi Banca ha guadagnato il 2,37% a 3,808 euro, Unicredit l’1,84% a 4,756 euro, Mediobanca l’1,29% a 5,02 euro, Popolare di Milano lo 0,95% a 0,426 euro, Intesa SanPaolo lo 0,99% a 1,63 euro, Banco Popolare lo 0,54% a 1,124 euro.
Tra i migliori di seduta da segnalare Exor, che ha mostrato un progresso del 2,91% a 27,91 euro, e STMicroelectronics, che è avanzata del 2,68% a 7,08 euro. Buona la prova delle società delle reti: Snam ha guadagnato l’1,81% a 3,594 euro, mentre Terna ha fatto segnare un rialzo dell’1,36% a 3,27 euro. Gli analisti di piazzetta Cuccia hanno confermato la loro preferenza verso questo tipo di società rispetto alle utility integrate e ai player dell’energia. Telecom Italia è finita sul fondo del paniere principale con un ribasso dello 0,82% a 0,602 euro in scia alla bocciatura da parte di Citigroup. Gli analisti della banca d’affari statunitense questa mattina hanno abbassato la raccomandazione sul titolo del colosso italiano delle tlc a sell dal precedente neutral, fissando il target price a 0,50 euro. Secondo le maggiori agenzie di stampa, il cda di Telecom, originariamente previsto per il prossimo 19 settembre e chiamato ad esaminare il piano industriale, sarebbe stato rinviato. Il board, secondo le indiscrezioni, sarebbe quindi stato fissato per il 3 ottobre.
Debole Fiat (-0,24% a 6,135 euro) con Sergio Marchionne che, in un’intervista al Financial Times, ha dichiarato che Chrysler ha intenzione di presentare alla Sec la richiesta per l’ammissione alla quotazione questa settimana dopo che Fiat e Veba non sono riuscite a raggiungere un accordo sulla quota del 41,5% detenuta dal fondo nella casa di Detroit. Marchionne ha poi assicurato che, fino a quando sarà alla guida del Lingotto, Alfa Romeo non sarà prodotta fuori dall’Italia. “Non ho alcun dubbio che l’origine della produzione sia importante per Maserati. E penso anche che sia importante per Alfa”, ha detto il top manager nel corso dell’intervista. Fuori dal paniere principale chiusura in forte rialzo per Tiscali, in scia ai rumors su possibili novità nella ristrutturazione del debito dell’azienda. Il titolo balza del 10,97% a 0,0435 euro.
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