Torino, 8 lug. (LaPresse) – La Fiat ha esercitato la terza opzione per l’acquisto del 3,3% di Chrysler da Veba, il fondo di assistenza sanitaria dei pensionati della casa di Detroit. Lo annuncia una nota del Lingotto. Una volta che l’operazione sarà stata completata, Fiat salirà al 68,49%. L’importo netto che dovrà essere pagato per la terza tranche è indicato da Fiat in 254,7 milioni di dollari. Su tale prezzo, però, è sorto un contrasto con Veba e quindi, nel settembre scorso, la società torinese ha presentato istanza alla Chanchery Court del Delaware: si è in attesa del suo verdetto. Fino a quando il Tribunale statunitense non si esprimerà sul prezzo, Fiat potrà esercitare le opzioni ma le azioni non le vengono trasferite. “Non ci sono novità” sulla trattativa con Veba, ha spiegato l’ad Fiat, Sergio Marchionne, a margine dell’assemblea degli industriali di Torino. “Se accettano il nostro prezzo chiudiamo in settimana”, ha aggiunto il manager. La sentenza dal Delaware è attesa entro la fine di luglio, ma Fiat auspica di chiudere con una transazione privata. Quindi Marchionne ha commentato le vicende sul fronte italiano. Sulla sentenza della Corte costituzionale, che ha dato ragione alle Fiom sulla rappresentanza in fabbrica, ha dichiarato che “bisogna capire cosa dicono esattamente le motivazioni”, mentre sulla polemica legata alla lettera inviata dai vertici del sito di Pomigliano al vescovo Nola, Beniamino Depalma, accusato nella missiva di essere dalla parte dei contestatori violenti, Marchionne ha affermato che “lo stanno esponendo ad una situazione difficile”, nel corso di una breve conversazione con l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia.
Fiat esercita terza opzione del 3,3% su Chrysler, ora salirà al 68,49%

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