Roma, 22 giu. (LaPresse) – Il tempo è “scaduto”, la fase degli annunci “finita”. L’emergenza lavoro sta spingendo il Paese “di nuovo sull’orlo del baratro” e Cigl, Cisl e Uil ‘chiamano’ Enrico Letta. L’allarme che le tre associazioni dei lavoratori rivolgono al premier, insieme dopo dieci anni dal palco di piazza San Giovanni al grido di ‘Lavoro è democrazia’, non ha più colore sindacale e utilizza le stesse parole.

“Non vanno bene gli annunci che non si traducono in scelte che non diano il senso del cambiamento. Siamo in piazza perché il Paese ha bisogno di risposte rapide per uscire dalla crisi”, tuona il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. “Il governo Letta faccia una proposta, basta con i bizantinismi. Vogliamo una scossa nell’iniziativa del Governo. Letta abbia coraggio nel fare una cosa nuova, Il Paese perisce perché c’è chi si perde in chiacchiere”, le fa eco il leader Cisl Raffaele Bonanni. Non meno duro il messaggio lanciato dal segretario Uil, Luigi Angeletti: “In un Paese che sembra passare il tempo a scommettere sulla durata del Governo il messaggio che vogliamo dare a nome vostro è che non c’è più tempo per aspettare. Non è più tempo delle promesse e degli annunci”, scandisce.

“PRIORITA’ SIA RIFORMA FISCALE”.La priorità, ribadiscono ancora una volta i tre segretari confederali, è la riforma fiscale. I soldi fin ora, è il ragionamento, sono stati presi nelle tasche di lavoratori e pensionati. “Non è ora – si domanda Angeletti – di andarli a prendere negli unici santuari che non sono stati toccati?”. Il Governo, è messaggio che si ripete, deve avere il “coraggio” di “fare delle scelte”. “Se ci sono poche risorse dobbiamo decidere dove prenderle e a chi vanno”, spiega Camusso puntando il dito contro le spese militari el a decisione di “togliere l’Imu a ha case e palazzi. “Bisogna – sottolinea – diminuire le tasse su lavoro dipendente e pensionati. Se si toglie una tassa a un ricco non cambia nulla, se si ridanno le risorse ai lavoratori riparte l’economia”.

“COLPIRE DURO EVASIONE FISCALE”. Nel mirino dei sindacati ci sono poi gli evasori: lì, tuona Bonanni, “bisogna avere il coraggio di colpir duro, Letta deve essere chiaro su questo”. Ed è in questo senso, aggiunge Camusso, non è piaciuta la “troppa soddisfazione” per aver messo le manette a Equitalia, che rimane “un punto di lotta all’evasione fiscale”. “Senza strumenti – sottolinea -la lotta all’evasione non si può fare”.

“CONFINDUSTRIA ALZI LA VOCE”. Critiche arrivano pure agli imprenditori. A quelli che, racconta Angeletti, nonostante la crisi “si mettono la mano sul cuore e portano i soldi all’estero”. “Non siamo sulla stessa barca”, scandisce. “Non siamo d’accordo – gli fa eco Bonanni – con i molti imprenditori che non fanno ricerca e hanno la testa nelle squadre di calcio, nella tv o nella finanza”. La frecciata a Confindustria diventa esplicita nelle parole di Susanna Camusso: “Chiediamo a Confindustria – attacca il segretario Cgil – perché non alza la voce per dire che la Indesit deve eliminare il suo piano di ristrutturazione”. La Indesit, sottolinea, “non è un’azienda in crisi ma vuole utilizzare i profitti per fare investimenti in Polonia. Se i soldi ci sono gli investimenti si facciano qua”.

“SUBITO RISORSE PER CASSA IN DEROGA”. Le risposte che le associazioni dei lavoratori aspettano dal Governo riguardano più fronti. La Cassa integrazione in deroga, intanto. “Vogliamo chiedere a questo Governo – attacca ancora Camusso – dopo aver annunciato il finanziamento della cig, perché non si firmano i decreti e non arrivano le risorse?”. E poi ancora il tema degli esodati. “Vogliamo dire al ministro Giovannini che speriamo di aver capito male quando ha detto che degli esodati si discuterà a settembre. Dobbiamo chiudere rapidamente la vicenda esodati”.

“QUESTA VOLTA NON POSSIAMO PERDERE”. I sindacati, però, non si arrendono. “Questa è l’Italia che non getta la spugna”, scandisce Bonanni. “Questo Paese noi lo vogliamo salvare e lo facciamo – spiega fiduciosa Camusso – E lo dimostriamo essendo qui tutti insieme e avendo siglato l’accordo con Confindustria che ci mettiamo la faccia”. “Questa non è una manifestazione una tantum – conclude Angeletti – Questa è la prima, la lotta seguirà perché – sottolinea – questa volta non possiamo perdere”.

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