Milano, 7 feb. (LaPresse) – L’a.d. di Eni, Paolo Scaroni, è indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale, dai sostituti procuratori Fabio De Pasquale, Giordano Baggio e Sergio Spadaro. Al centro dell’indagine una maxi tangente da quasi 200 milioni di euro che sarebbe stata pagata da Saipem, controllata di Eni, a politici algerini, per aggiudicarsi una commessa da 11 miliardi di dollari legata al progetto ‘Medgaz’.
Sono in corso delle perquisizioni negli uffici di Roma e San Donato Milanese di Eni e Saipem, da parte del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Le fiamme gialle sono anche andate a perquisire l’abitazione milanese di Scaroni in viale Majno. Da quanto si apprende da fonti giudiziarie, Scaroni ha partecipato ad almeno un incontro per far aggiudicare all’Eni e a Saipem le commesse miliardarie.
Le odierne decisioni della magistratura milanese, sono la prosecuzione dell’indagine che lo scorso 5 dicembre aveva già portato ad alcuni avvisi di garanzia che avevano coinvolto i vertici di Saipem in merito ai contratti siglati in Algeria nel 2009. Saipem si disse all’epoca pronta ad offrire massima collaborazione. Si dimise allora Pietro Franco Tali, vicepresidente e ceo di Saipem. Sempre il 5 dicembre scorso il cda sospese Pietro Varone (Chief Operating Officer della Business Unit Engineering and Construction).
Eni: Totalmente estranei a vicenda Eni e il suo amministratore delegato, Paolo Scaroni, si dichiarano “totalmente estranei” alle vicende legate all’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano che coinvolge Saipem per attività in Algeria. E’ quanto si legge in una nota del Cane a sei zampe. Eni prende comunque atto che la Procura ha esteso le indagini anche nei confronti della società e di Scaroni. Il Cane a sei zampe spiega che già a fine novembre 2012, alla notizia dell’indagine per asserita corruzione internazionale in relazione a progetti di Saipem in Algeria, Eni si è immediatamente attivata raccomandando alla propria controllata Saipem, nel rispetto della sua autonomia in quanto società quotata, di mettere in atto tutte le più opportune azioni di verifica interna, di cooperazione con la magistratura e di discontinuità organizzative e gestionali, che hanno portato alle dimissioni e licenziamento di diversi ruoli apicali di Saipem coinvolti nelle attività oggetto di indagine. “Eni – conclude il comunicato – ha inoltre direttamente fornito, e continuerà a fornire, la massima cooperazione alla magistratura”.
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