Napoli, 14 gen. (LaPresse) – Nessun accordo tra i sindacati e Fiat sulla messa in mobilità dei 19 operai dello stabilimento campano di Pomigliano d’Arco. Il tavolo sulla procedura ex articolo 4 legge 223 si è chiuso oggi con la firma di un verbale di mancato accordo tra i vertici di Fabbrica Italia Pomigliano e i rappresentanti sindacali. La Fiat aveva deciso l’apertura delle 19 mobilità dopo la sentenza del tribunale di Roma sul reintegro obbligatorio di lavoratori tesserati Fiom. Il Lingotto aveva motivato la scelta con la crisi del mercato auto. Al tavolo di stamane, che si è tanuto all’Ufficio regionale del lavoro, erano presenti Uilm, Fim e Fismic e Ugl metalmeccanici. Per l’azienda c’erano il direttore dello stabilimento di Pomigliano, Giuvanni Figliuolo, e una delegazione delle Relazioni industriali guidata dal responsabile, Piero de Biasi. Presenti anche funzionari della regione Campania. I sindacati si oppongono alla procedura di mobilità “in virtù dell’accordo raggiunto con l’azienda raggiunto a luglio 2011” e agli impegni sul personale “presi dalla Fiat lo scorso 30 ottobre”, come riporta il segretario generale Uilm Campania, Giovanni Sgambati, presente al tavolo. Al Lingotto rimangono ora 120 giorni di tempo per decidere se agire unilateralmente. “Ma siamo fiduciosi – spiega Sgambati – sul fatto che l’azienda non ricorrerà a questa misura anche se non lo dichiara, Fiat ha ben recepito la nostra contrarietà”.

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