Roma, 25 dic. (LaPresse) – Valgono 2,5 miliardi di euro i cibi e le bevande consumati a tavola tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale che nove italiani su dieci trascorrono a casa con parenti o amici. E’ questo il bilancio stimato dalla Coldiretti che conferma come gli italiani “non solo non abbiano rinunciato all’appuntamento più tradizionale dell’anno, ma abbiano anche speso un 10 per cento più dello scorso anno, anche per aver preferito (o per essere stati obbligati dalla crisi) passare il Natale in famiglia piuttosto che in viaggio di piacere”.
“A prevalere è stato il Made in Italy con meno caviale, ostriche, salmone e champagne e – sottolinea la Coldiretti – più bollito, cappelletti in brodo, pizze rustiche. Dal Natale 2012 esce rafforzata la tendenza alla riscoperta del legame con i prodotti del territorio che si è espressa a tavola nella preparazione delle ricette del passato: dai cappelletti in brodo della Romagna al cappone in Piemonte, dai canederli in Trentino alla minestra di cardi in Abruzzo, dalla brovada e muset con polenta in Friuli, alle scillatelle in Calabria, dal pandolce in Liguria al fristingo nelle Marche e le molte altre specialità presenti in tutte le Regioni italiane”.
“Un appuntamento che, nonostante i profondi cambiamenti negli stili di vita, è fortemente radicato nella popolazione, come dimostrano – precisa la Coldiretti – gli spostamenti per tornare nei luoghi di origine e ritrovare i gusti, i sapori ed i territori dei quali è si mantenuto saldo nel tempo il ricordo. La maggioranza delle tavole sono state infatti imbandite con menù a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata – conclude la Coldiretti – in 930 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 480 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 440 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 300 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca e 150 milioni di euro per formaggi e uova”.
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