Roma, 19 set. (LaPresse) – La crisi condiziona lo stile di vita degli italiani sotto diversi punti di vista, dal luogo in cui si abita alle scelte alimentari. E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Censis presentato oggi dal titolo ‘Crisi: vivere insieme, vivere meglio’. Secondo il rapporto un terzo degli italiani abita con i genitori. La crisi ha attivato una sorta di rete di protezione familiare. Il 31% degli italiani abita con la madre mentre il 42,3% ha la mamma che abita ad un massimo di 30 minuti dalla sua abitazione. Situazione simile per i padri: oltre il 30% degli italiani vive con papà, mentre oltre il 40% vive ad un massimo di trenta minuti a piedi dalla sua abitazione. Inoltre oltre la metà degli italiani (54%) ha i propri parenti stretti residenti in prossimità, ad un massimo di mezz’ora a piedi della propria abitazione. Il dato riguarda i giovani tra i 18 e i 29 anni (coabita con la madre il 60,7% e il 26,4% abita a meno di 30 minuti), ma anche le persone di età compresa tra i 30 e i 45 anni (il 25,3% coabita, il 42,5% abita nei pressi) e addirittura gli adulti con età compresa tra i 45 e i 64 anni (l’11,8% coabita, il 58,5% abita in prossimità).
Per quanto riguarda le scelte alimentari, la crisi ha fatto sì che ben 21 milioni di italiani preparino alimenti come yogurt, pane, gelato o conserve in casa per risparmiare, ma anche per essere sicuri della genuinità dei prodotti. Una scelta che si riflette anche sul fatto di decidere di portarsi il pranzo al sacco per la pausa in ufficio: lo preferiscono 7,7 milioni di italiani, 3,7 milioni lo fanno regolarmente. Meno cene e pranzi fuori casa, dunque, tanto che per le donne italiane la preparazione dei pasti assorbe durante l’anno quasi un mese lavorativo, pari a 21 giorni pieni. Un interesse che riguarda anche gli uomini, per i quali però il tempo passato in cucina è nettamente inferiore: 8 giorni pieni all’anno.
Fare la spesa è anche un modo di socializzare e combattere la solitudine. Secondo il rapporto, infatti, nonostante il dilagare di supermercati e grandi magazzini, oltre l’85% degli italiani continua a fare la spesa quotidiana sotto casa, frequentemente nei piccoli e spesso antieconomici negozi di quartiere che svolgono un rilevante ruolo sociale nei confronti dei cittadini. Il crescente desiderio di fare comunità è avvertito soprattutto dalle persone che vivono sole: in Italia sono 7,4 milioni e sono aumentate del 24% tra il 2006 e il 2011, con punte del +54% in Sardegna, +45% in Abruzzo, +42% in Umbria. Il momento di fare la spesa è quello più importante per parlare e stringere rapporti all’interno del Paese o del quartiere e supera le attività spirituali (il 76,6%), la visita medica (71,6%), la scuola per i figli o i nipoti (65,2%) e la cura del corpo (54,2%).
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