Atene (Grecia), 8 mar. (LaPresse/AP) – Giornata di attesa oggi in Grecia in vista della deadline per firmare l’accordo di bond swap con i creditori privati che potrebbe scongiurare il default del Paese. L’ora x scatterà alle 22 (le 21 in Italia). Il governo greco però darà annuncio dell’esito solo domani nelle prime ore della mattina. Dopo di che, i ministri delle Finanze dei Paesi dell’eurozona ne discuteranno in conference call. Questa mattina, intanto, parole di speranza arrivano dal premier italiano Mario Monti, in visita a Belgrado, secondo cui “la risoluzione della crisi finanziaria greca è in vista”.

A poche ore dalla scadenza, si sono impegnati a partecipare all’accordo le banche, i fondi pensione e altri investitori privati che detengono oltre metà dei 206 miliardi di euro del totale debito pubblico. Affinché l’operazione abbia successo, Atene necessita però la partecipazione del 90% dei creditori privati. La nuova legge consente ad Atene di obbligare coloro che si oppongono ad accettare l’accordo se la partecipazione dei privati dovesse rimanere tra il 75 e il 90%. L’operazione di bond swap, conosciuta come Private Sector Involvement (Psi), è fondamentale affinché la Grecia possa garantirsi il nuovo pacchetto di salvataggio internazionale da 130 miliardi di euro.

Secondo l’Istituto della finanza internazionale (Iif), 32 privati che detengono 84 miliardi in bond greci hanno già detto sì all’accordo. Tra questi le maggiori banche di Germania, Francia, Grecia e Cipro. Anche la Munich Re, compagnia di riassicurazione tedesca, che detiene 1,6 miliardi di euro in bond greci, ha garantito che prenderà parte allo scambio. A essere coinvolti nell’operazione saranno anche titoli per circa 17,5 miliardi di euro detenuti dai fondi di sicurezza sociale, ma amministrati dalla banca centrale. Contro la partecipazione hanno votato cinque fondi di sicurezza sociale in possesso di circa 3 miliardi di euro, mentre altri otto hanno già accettato l’accordo.

Altri creditori, in primo luogo gli hedge fund, potrebbero invece continuare a opporsi all’intesa, sperando che la Grecia preferisca ripagarli pienamente se non hanno in portafoglio un grande ammontare di bond, oppure aspettandosi di trarre profitto dai pagamenti dei cosiddetti credit default swaps (Cds). Questi ultimi sono prodotti finanziari complessi, assimilabili a una sorta di premio assicurativo, che ripaga i detentori di bond in caso di default. I leader europei e la Bce vorrebbero che il bond swap nel caso greco fosse del tutto volontario, proprio per evitare il pagamento di Cds che potrebbero creare perdite a cascata in un sistema finanziario già molto debole.

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