Crisi, imprese italiane credono poco nella ripresa. Cala fiducia nel manifatturiero

Crisi, imprese italiane credono poco nella ripresa. Cala fiducia nel manifatturiero

Roma, 28 giu. (LaPresse) – Non tutte le imprese italiane credono di riuscire ad agganciare una ripresa. Secondo quanto rilevato dall’Istat, cala la fiducia nel settore manifatturiero, mentre cresce per le imprese delle costruzioni. E ancora sale per chi opera nel settore terziario, ma solo nei servizi, perché il commercio al dettaglio mostra, al contrario, un aumento della sfiducia.

Per quanto riguarda il manifatturiero, l’indice destagionalizzato della fiducia scende a giugno a 100,5 da 101,1 del mese di maggio. I giudizi sugli ordini peggiorano lievemente e le attese di produzione rimangono stabili; aumenta il saldo delle risposte sul livello delle scorte di magazzino. L’indice diminuisce da 100,2 a 98,8 nei beni strumentali, mentre aumenta da 100,1 a 100,8 nei beni di consumo e da 104,7 a 105,3 nei beni intermedi. Secondo le consuete domande trimestrali sull’attività delle imprese esportatrici, nel secondo trimestre peggiorano sia i giudizi sia le aspettative sul fatturato delle esportazioni. Diminuisce poi la quota di quanti segnalano la presenza di ostacoli all’esportazione così come quella di coloro i quali giudicano i prezzi all’export superiori a quelli praticati sul mercato interno.

A maggio, l’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale a 80,6 da 73,3 di aprile. Migliorano sia i giudizi sugli ordini e sui piani di costruzione, sia le attese sull’occupazione. L’indice sale da 64,3 a 68,8 nella costruzione di edifici, da 72,3 a 80,4 nell’ingegneria civile e da 83,1 a 95,2 nei lavori di costruzione specializzati.

Secondo quanto rilevato dall’istituto statistico, l’indice destagionalizzato del clima di fiducia per le imprese dei servizi cresce rispetto a maggio da 96,8 a 101,1 di giugno, mentre per il commercio diminuisce da 101,4 a 99,2. Nei servizi migliorano sensibilmente i giudizi e le attese sugli ordini, ma peggiorano lievemente le attese sull’andamento dell’economia italiana. Recuperano, inoltre, i giudizi e le attese sull’occupazione e i giudizi sull’andamento degli affari; sale lievemente il saldo delle attese sulla dinamica dei prezzi di vendita.

Nel commercio, l’indicatore scende nella grande distribuzione (da 100,3 a 95,7) e sale leggermente nella distribuzione tradizionale (da 105,1 a 105,8). I giudizi sulle vendite sono stabili, ma peggiorano le attese a breve termine; in ulteriore aumento sono giudicate le scorte di magazzino.

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