Milano, 16 giu. (LaPresse) – Chiusura negativa per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che cede lo 0,33% a 19.852,44 punti e il Ftse All-Share che perde lo 0,37% a 20.595,16 punti. A Milano la maglia nera è FonSai, che cede il 4,37% a 4,592 euro. Ma va male tutto il comparto finanziario, con Mediolanum che cede l’1,41% a 3,222 euro, Generali che perde lo 0,35% a 14,21 euro e Mediobanca che mostra un ribasso dello 0,22% a 6,815 euro. Ma è ancora sui bancari che si abbattono le vendite diffusamente, con Ubi Banca (-2,04% a 3,932 euro), Unicredit (-0,54% a 1,459 euro), Popolare Milano (-2,79% a 1,567 euro), Banco Popolare (-1,64% a 1,562 euro) e Banca Montepaschi (-3,49% a 0,7075 euro).

La crisi greca si fa sentire, anche perché non si è esaurito il dibattito acceso dalla Germania sulla partecipazione dei privati al salvataggio e perché Atene non è riuscita a trovare l’accordo per un Governo di unità nazionale che attui le dure riforme che attendono il Paese. In questo contesto, chiusura negativa per le principali Borse europee, con l’indice Dax di Francoforte che perde lo 0,07% a 7.110,2 punti, il Cac 40 di Parigi che scende dello 0,38% a 3.792,31 punti e il Ftse 100 di Londra che mostra un calo dello 0,76% a 5.698,81 punti.

A Milano Intesa Sanpaolo sopravvive alla giornata no dei bancari. Ca’ de Sass guadagna l’1,4% a 1,74 euro. Le Fondazioni azioniste hanno spiegato la loro posizione post aumento di capitale da 5 miliardi. La Cariplo ha aumentato la propria quota fino a quasi il 5% di Intesa Sanpaolo, dal precedente 4,68%, come ha precisato il presidente, Giuseppe Guzzetti. Antonio Finotti, presidente di Cariparo, ha spiegato invece che “la nostra quota è rimasta la stessa, salvo l’aggiustamento dovuto al fatto che l’opzione è stata diretta anche alle azioni risparmio, e quindi è scesa di una frazione”. Partecipazione ridotta, invece, per Compagnia di San Paolo. “Dopo l’aumento di capitale siamo al 9,75% – ha chiarito il segretario generale Piero Gastaldo – mentre prima eravamo al 9,89%”.

Tra i titoli in positivo c’è A2A. Il titolo energetico sale dello 0,34% a 1,175 euro, dopo la conferma del dividendo 2010 a 0,096 euro per azione. Bene anche Enel, che cresce dello 0,98% a 4,546 euro. Il colosso energetico italiano ha annunciato l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari entro il 31 dicembre del 2012, per un importo complessivo massimo di 5 miliardi di euro. L’emissione si inserisce nell’ambito della strategia di estensione della scadenza media del debito consolidato e al fine di ottimizzare il profilo delle relative scadenze a medio e lungo termine. Sul listino principale sopra la parità ci sono Buzzi Unicem (+2,66%), Ansaldo Sts (+1,79%), Campari (+0,19%), Luxottica (+0,38%) e Parmalat (+0,08%). In difficoltà Prysmian (-2,21%) e la galassia Agnelli, con Fiat (-2,43%), Industrial (-3,46%) e la controllante Exor (-2,18%). Limita le perdite Pirelli (-0,66%).

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