Una commedia di Lorenzo Allegrini su amore e costumi nell'era della fecondazione assistita
Una donna realizzata e indipendente, ma insicura nelle relazioni, è stanca di cercare l’uomo ideale e decide che vuole avere un figlio da sola: arriva a Milano, dopo il successo marchigiano, ‘Marta vuole un figlio’ di Lorenzo Allegrini, una commedia brillante, diretta dal regista milanese Alberto Oliva, sull’amore e i costumi che cambiano all’epoca della fecondazione assistita. Lo spettacolo – in collaborazione con CSAM-Centro Sperimentale Artistico delle Marche – va in scena venerdì 24, sabato 25 gennaio alle ore 20.30, con replica pomeridiana domenica 26 gennaio alle ore 17.00, ad Alta Luce Teatro fa parte della stagione 2024/2025 ‘L’anime a rallegrar’. A partire dal tema della maternità, si snodano i personaggi di Marta, Camilla e Barbara. Marta, single in carriera, desidera un figlio. È determinata a provarci senza un compagno, anche a costo di andare all’estero. È giusto? È opportuno? È un gesto d’amore o un atto di egoismo? Le sue amiche sembrano scettiche, anche perché in Italia la fecondazione assistita non è permessa a single e coppie omosessuali. Poi, all’improvviso, cambia tutto: torna Luca, giovane e affascinante figlio di Camilla. E porta scompiglio. Con risvolti sorprendenti.
“Per scrivere Marta vuole un figlio – ha raccontato l’autore Lorenzo Allegrini – ho fatto una cosa semplice: mi sono messo in ascolto delle donne. Mi interessava indagare il permanere degli stereotipi patriarcali in una società sempre più fluida. Purtroppo, nonostante le conquiste degli ultimi decenni, le donne sono ancora lontane dalla parità, mentre tutti viviamo una fase di profonda trasformazione sociale, una situazione di mezzo in cui è difficile avere punti di riferimento chiari e questo ci obbliga a metterci in gioco nelle relazioni con coraggio e modalità nuove”. In ‘Marta vuole farsi un figlio’ dialoghi divertenti, ritmo incalzante, colpi di scena ed equivoci lasciano fluire l’energia incredibile e la leggerezza di un testo che affronta con maturità e coraggio il tema della fecondazione assistita e il profondo condizionamento del patriarcato su società e sessualità.
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