Tra i massimi esperti della letteratura italiana, è morto all'età di 89 anni
Alberto Asor Rosa, scomparso all’età di 89 anni, è stato uno dei massimi esperti della letteratura italiana. Critico e storico della letteratura, saggista e politico, di formazione marxista e sempre impegnato a sinistra, Alberto Asor Rosa analizzò in molte sue opere i rapporti tra letteratura e ideologie politiche. Nell’ultimo mezzo secolo è stato uno dei grandi protagonisti del dibattito culturale e politico del nostro Paese. Nei suoi scritti si è distinto per una visione controcorrente rispetto alla linea ‘ufficiale’ del Partito Comunista, rivendicando un ruolo di intellettuale critico. Posizione che gli ha procurato diverse antipatie, dentro e fuori il partito. Massimo simbolo di questa visione ‘Scrittori e popolo’ del 1965, particolarmente polemico nei confronti del modello ‘nazionalpopolare’ della narrativa di sinistra. Nel saggio, uscito per le edizioni Samonà e Savelli, arrivò a criticare ‘Ragazzi di vita’ di Pasolini, suscitando forti reazioni nel mondo della sinistra e aprendo un dibattito sul rapporto tra mondo proletario e intellettuale.
Nato a Roma nel 1933, Asor Rosa si laureò alla Sapienza di Roma, relatore Natalino Sapegno. Collaborò con le riviste ‘Quaderni rossi’, ‘Classe operaia’, ‘Laboratorio politico’ e ‘Mondo Nuovo’. Dal 1968 diresse la rivista Contropiano e, dal 1990, su richiesta del segretario del Pci Achille Occhetto, il settimanale del partito, ‘Rinascita’, fondato da Palmiro Togliatti. Studioso in particolare della letteratura italiana moderna e del periodo barocco, progettò e diresse, inoltre, la collana Letteratura Italiana di Einaudi, dal 1982 al 1991.
Asor Rosa fu, nel 1956, uno dei firmatari del celebre ‘Manifesto dei 101’, il documento con cui numerosi intellettuali criticarono l‘intervento sovietico in Ungheria. Dopo aver insegnato in molti licei e università, assunse nel 1972 il ruolo di professore ordinario di Letteratura italiana alla La Sapienza di Roma, dopo aver insegnato in altre università, come quella di Cagliari, e nei licei. Nella sua carriera anche l’attività politica: dal 1979 al 1980 fu deputato per il Pci, al quale si iscrisse nel 1952. Dopo la conclusione, nel 2003, dell’attività didattica, anche se nel 2006 collaborò nuovamente con la Sapienza come professore a titolo gratuito, Asor Rosa si dedicò alla narrativa. Pubblicò per Einaudi i romanzi ‘L’alba di un mondo nuovo’ (2002), ‘Storie di animali e altri viventi’ (2005), ‘Assunta e Alessandro’ (2010), ‘Racconti dell’errore’ (2013) e ‘Amori sospesi’ (2017). Oltre a interventi sui temi politici e civili, si distinse anche per le posizioni in favore dell’ambiente.
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