La riapertura dopo il restauro, le parole del direttore Luigi Gallo

“Con il compimento dei lavori nell’appartamento del Duca siamo al giro di boa dell’impegnativa campagna di adeguamento impiantistico, restauro e ri-allestimento del piano nobile del Palazzo Ducale di Urbino. Non è solo questione di quantità, quanto e soprattutto di qualità: con questo lotto, si riconsegnano alla fruizione gli ambienti più significativi del palazzo mentre appaiono, ricollocate nel nuovo allestimento, la maggior parte delle opere iconiche della Galleria Nazionale delle Marche: i due Piero della Francesca, la Città Ideale, Giusto di Gand, Pedro Berruguete e Paolo Uccello. L’importanza, anche scientifica, scaturita dai saggi, dalle osservazioni e dagli studi condotti a margine dei lavori, ci suggerisce anche un’iniziativa di condivisione che, molto probabilmente, nei prossimi anni ci porterà a una mostra e a una pubblicazione sul palazzo”. A dichiararlo il direttore della Galleria nazionale delle Marche – Palazzo ducale di Urbino, Luigi Gallo. Da oggi lo studiolo torna a essere visibile dopo una delicata e impegnativa operazione con gli interventi di restauro e un generale ri-allestimento dell’ambiente al fine di restituire l’aspetto omogeneo originario dell’opera, ricucendo il rapporto tra i ritratti degli uomini famosi che l’hanno sempre caratterizzato e le pareti lignee, eliminando le superfetazioni ottocentesche, riportando quanto più possibile i colori originali della stanza, che adesso si presenta in maniera diversa perché, insieme ai 14 ritratti di uomini famosi originali, da ora in poi ospita anche le riproduzioni hi-tech degli altri 14 che attualmente si trovano al Museo del Louvre. Infatti grazie a un partenariato con il museo parigino che ha messo a disposizione le fotografie in alta risoluzione delle opere mancanti, è stato possibile ricostruire l’aspetto originale dello studiolo del Duca, così come Federico da Montefeltro l’aveva concepito, prima degli interventi dei Barberini che ne asportarono alcune parti, alterando per sempre l’unitarietà quattrocentesca. In 6 mesi, quindi si è attuato il restauro e il completo riallestimento dello Studiolo così come la restituzione, più approfondita e veramente filologica, di uno dei complessi più importanti dell’architettura del Quattrocento.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: