L'intervista a Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche
Si è aperta oggi al Palazzo Ducale di Urbino la mostra monografica ‘Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma’, che poi proseguirà fino a domenica 12 ottobre. Curata da Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Anna Maria Ambrosini Massari, docente di storia dell’arte moderna all’Università di Urbino, Yuri Primarosa, storico dell’arte, e organizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, l’esposizione testimonia l’estro moderno del pittore attraverso una selezione di 56 dipinti. Prima del suo genere a Urbino, città che il giovane Cantarini frequentò, la mostra è anche l’occasione per celebrare l’ingresso, nelle collezioni di Palazzo Ducale, delle opere del pesarese che, dopo il deposito della collezione della fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e delle due grandi pale arrivate dalla Pinacoteca di Brera con il progetto 100 opere tornano a casa, presto si arricchirà di un ulteriore nucleo di opere, grazie all’accordo di comodato sottoscritto con Intesa Sanpaolo, comprendente anche cinque dipinti di Cantarini.
“La mostra è l’espressione di un museo che cresce e, dopo Federico Barocci, prosegue nella celebrazione degli artisti marchigiani, offrendo al pubblico la meravigliosa pittura di Simone Cantarini. In lui si cristallizza l’eredità di una regione unica per varietà e importanza del patrimonio culturale che il Palazzo Ducale di Urbino, Direzione regionale musei nazionali Marche, è chiamato a trasmettere e valorizzare, solidamente guidato dal ministero della Cultura”. Queste le parole del direttore Luigi Gallo che ha aggiunto: “Dalla ritrattistica alla pittura sacra, dai quadri di devozione alle composizioni filosofiche e profane, l’esposizione dedicata a Cantarini è un percorso comprendente opere provenienti da collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, che offrono un’occasione preziosa per conoscere la straordinaria creatività del pesarese. Mi preme anche sottolineare la generosa collaborazione delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, così come l’approfondita azione di studio condotta da una squadra di eminenti esponenti del mondo accademico e della conservazione che hanno reso possibile l’esposizione. È importante infatti che il museo si affermi come luogo della ricerca scientifica: spazio vivo e vitale per creare infinite occasioni di conoscenza. Il restauro di numerose tele, sostenuto da Palazzo Ducale, dalle Gallerie Nazionali d’arte antica e da sponsor privati cui vanno i nostri più sinceri ringraziamenti – ha concluso -, ha permesso di conoscere meglio la tecnica di Cantarini, riscoprire la freschezza della sua pennellata e il fascino della sua opera”.
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