Prenderà il via il mese prossimo, al Centro Pompidou di Parigi, “Black Paris”, una mostra dedicata all’influenza degli artisti neri in Francia dagli anni Cinquanta al 2000. I riflettori sono puntati sull’installazione dello street artist francese Shuck One, originario dell’isola caraibica di Guadalupa, che ha voluto rendere omaggio alle figure che hanno segnato la storia sia della Francia che di altri Paesi. Il Centro Pompidou, uno dei principali musei d’arte moderna del mondo, ha organizzato la mostra per celebrare 150 artisti di origine africana, le cui opere spesso non sono mai state esposte in Francia. Shuck One viene descritto come “un attivista che è diventato un artista” ed è uno dei cinque nomi scelti per fornire una visione contemporanea ispirata alle figure del movimento Négritude, che denunciava il colonialismo, il razzismo e l’eurocentrismo. Il graffittista è arrivato a Parigi negli anni Ottanta ed è considerato uno dei pionieri della street art e dei murales francesi. La sua installazione, intitolata “Regeneration”, è alta quattro metri e lunga 10 e mostra i principali momenti della storia nera attraverso dipinti e collage di mappe di Parigi, archivi e fotografie. Oltre ai “Tirailleurs Sénégalais”, un corpo di fanteria coloniale dell’esercito francese che ha combattuto in entrambe le guerre mondiali, spiccano ritratti di figure nere, tra cui politici, scrittori e attivisti per i diritti civili. Tra questi, l’animatrice e attivista per i diritti civili Joséphine Baker, nata negli Stati Uniti, Aimé Césaire, poeta e fondatore del movimento Négritude, e l’attivista politica americana Angela Davis. La mostra, che si terrà dal 19 marzo al 30 giugno, è una delle ultime allestite al Centro Pompidou prima della sua chiusura, prevista per cinque anni, per lavori di ristrutturazione.
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