La statua dell'Atleta di Fano, ripescata nell'Adriatico nel 1964, approdò in America nel 1977 dopo un percorso in gran parte illegale. Il Getty l'acquistò per 3,98 milioni di dollari. Da anni si cerca di riaverla
"Non mi sembra normale che io vada al Louvre e debba chiedere a quel museo quali opere siano in arrivo dai musei italiani… Ne va dell'immagine dell'Italia, credo. È persino una questione di buonsenso". Lo fa sapere il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli in un'intervista al Corriere della Sera in cui si dice "molto, molto ottimista sul caso del Vaso di Fiori del pittore olandese Jan van Huysum, rubato dai nazisti agli Uffizi nella Seconda Guerra Mondiale e oggi in Germania. Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, che è tedesco, lo aveva chiesto a gran voce. Siamo in stretto ed ottimo contatto col governo di Berlino. Siamo a un passo, ma proprio a un passo, da un'alba radiosa".
Per quanto riguarda il Lisippo al Getty (l'Atleta di Fano) "deve rientrare in Italia. Il Getty Museum ha fatto sapere che ricorrerà alla Corte europea dopo che la Cassazione ha confermato l'istanza di sequestro del giudice di Pesaro, Giacomo Gasparini. Noi andiamo avanti senza esibizioni muscolari ma con coerenza difendendo la dignità del nostro Paese. Abbiamo anche segnalato altri casi di pezzi non precisamente di chiara origine: il Getty ha dato la sua disponibilità ad approfondimenti. Qui torna il nodo dei prestiti: se il ministro dialoga col Getty sul Lisippo, è bene che un museo non si muova sugli scambi come una realtà autonoma". Si tratta di un bronzo quasi perfettamente conservato, ad altezza naturale: un pezzo davvero straordinario.
La storia del Lisippo (in realtà si tratta dell'"Atleta di Fano" attribuito allo scultore greco Lisippo o a un suo allievo e risalente al IV/III secolo a.c.) è abbastanza particolare. Venne "catturata", nell'estate del 1964, dalle reti del peschereccio "Ferruccio Ferro" al largo di Fano (27 miglia) a circa 75 metri di profondità in un braccio di mare Adriatico chiamato "Scoglio di Pedaso". La scultura (in bronzo) era completamente ricoperta di alghe e molluschi. I pescatori la portarono a riva e, spaventati dalle conseguenze e da eventuali interventi della Guardia di Finanza, la trasportarono su un carretto fino alla casa dell'armatrice del peschereccio. Qui venne sepolta in un campo di cavoli.In seguito, venne dissotterrata e nascosta nella canonica di una chiesa vicina con il parroco consenziente.
Ma la voce si era sparsa e l'Atleta di Fano venne acquistato da un imprenditore di Gubbio, Pietro Barbetti che lo pagò 3,5 milioni di lire. Quando la storia venne fuori e cominciarono le indagini, la statua era moi scomparsa, rivenduta a un mercante d'arte milanese. Ci fu un processo nel quale pescatori e parroco vennero assolti per insufficienza di prove e Barbetti condannato a pochi mesi. Poi, tra appello e Cassazione, tutti i protagonisti furono assolti con formula piena.
La statua ricomparve nel 1971, acquistata dal mercante d'arte tedesco Heinz Herzer che, a quanto si sa, aprì una trattativa sul mercato nero. Scesero in lizza importanti musei come il Metropolitan di New York. Alla fine, nel 1977, se l'aggiudicò il Getty Museum per 3,98 milioni di dollari. La statua è oggi visibile al Getty di Malibu, in California. La trattativa per riaverla (nella quale il governo italiano ha ovviamente moltissime ragioni) è aperta da anni. Ultimamente, come ha detto il ministro Bonisoli, il Getty sembra un poco più disponibile.
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