Nel cuore di Roma, al Ministero della Cultura, è andata in scena la terza edizione del ‘Premio Internazionale Eccellenza del Mediterraneo’, un evento ormai conosciuto nel panorama culturale e diplomatico italiano.
Ideato dal giornalista Dündar Kesapli, presidente dell’Associazione dei Giornalisti del Mediterraneo, il Premio rappresenta una delle più autentiche espressioni del dialogo interculturale.
Kesapli, costruttore di ponti tra popoli, spiega a LaPresse la sua filosofia: “Il Mediterraneo non è solo un mare che separa, ma un mare che unisce”. Da quella convinzione è nata l’iniziativa che oggi parla di pace, solidarietà e cooperazione attraverso il linguaggio universale della cultura, dello sport e dell’arte. Il Premio Eccellenza del Mediterraneo, infatti, non è solo una cerimonia di riconoscimenti, ma un laboratorio di diplomazia culturale, un punto di incontro tra rappresentanti istituzionali, ambasciatori, artisti, atleti e giornalisti.
L’edizione 2025 ha visto la partecipazione di delegazioni da dodici Paesi e il sostegno di istituzioni come il Ministero della Cultura, il Ministero dello Sport e dei Giovani, il Ministero degli Esteri, il Coni, l’Ussi nazionale e l’Aips Europa.
“Questo premio è il frutto di una rete di relazioni costruite nel tempo, con fiducia e rispetto reciproco – spiega Kesapli – Ogni edizione è una sfida, ma anche una conferma che il dialogo è possibile”. L’evento è stato ribattezzato da molti con l’appellativo di “Oscar del Mediterraneo”, una definizione apprezzata da Kesapli che aggiunge di esserne “orgoglioso”. E sottolinea: “Non per l’aspetto mondano, ma per il significato profondo: gli Oscar del Mediterraneo celebrano l’impegno, la dedizione e il valore umano”.
L’edizione di quest’anno è stata dedicata a un gigante della musica, Luciano Pavarotti. Un tributo al Maestro, simbolo di bellezza, passione e pace, celebrato in collaborazione con la Fondazione Pavarotti.
“Investire nei giovani significa investire nella pace”
Una delle sezioni più significative del Premio, inoltre, è dedicata ai giovani talenti del Mediterraneo. Kesapli crede profondamente nella forza delle nuove generazioni: “Investire nei giovani significa investire nella pace. Sono loro a poter costruire un futuro fondato sulla cultura, non sul conflitto”, ha spiegato.
Attraverso il Premio, tanti ragazzi e ragazze trovano uno spazio per far conoscere il proprio talento, ma anche per scoprire la responsabilità sociale che ogni percorso di successo porta con sé.
Grazie alla visione di Dündar Kesapli e al lavoro dell’Associazione dei Giornalisti del Mediterraneo, Roma è diventata sempre più un crocevia di diplomazia, sport e solidarietà: “Vedere ambasciatori e artisti, atleti e giornalisti, stringersi la mano per un ideale comune è la dimostrazione che la pace è ancora possibile”, afferma ancora Kesapli visibilmente emozionato.
Guardando avanti, l’obiettivo è quello di rendere il Premio sempre più internazionale e itinerante, toccando ogni anno una diversa capitale del Mediterraneo. Un viaggio simbolico, che attraversa popoli, culture e religioni, portando un messaggio universale: “Il Mediterraneo – conclude Kesapli – è la culla della civiltà e il cuore del futuro. Se impariamo ad ascoltarci, sarà davvero il mare che unisce.”

