Dopo le dimissioni di Sergio Castellitto il Centro sperimentale di cinematografia non ha ancora il suo successore
Dopo le dimissioni di Sergio Castellitto il Centro sperimentale di cinematografia non ha ancora il suo successore. Il totonomi impazza, dal produttore Pietro Valsecchi al regista Pupi Avati che piace al governo ma che dovrebbe rinunciare al suo lavoro. Altri nomi spendibili dei papabili potevano essere quelli di Giancarlo Giannini, che ha esplicitamente detto di non essere interessato a ricoprire la carica, quello di Piera Detassis, presidente e direttrice Artistica Accademia del Cinema Italiano che però qualora fosse prescelta si aprirebbe una voragine nella gestione dei David di Donatello. Tramontata anche l’ipotesi di Michele Placido e non ultimo Francesco Rutelli che si è subito tirato fuori dalla partita. Tra i nomi che circolano anche quello di Luca Barbareschi, anche lui vicino al governo di centrodestra. Non è escluso che dopo un anno che ha visto il Csc mai così al centro di polemiche politiche, il ministro Giuli possa propendere per una figura tecnica. Il nome che gira di più nei corridoi del MiC è quello dell’avvocato Cristiana Massaro, esperta in copyright e attuale membro del cda.
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