I primi risultati non saranno disponibili fino al 2019, quando Musée Condé ospiterà una retrospettiva dedicata al 500esimo anniversario dalla morte dell'artista

Per anni è stato custodito al Musée Condé del castello di Chantilly, ma ora quel carboncino che ritrae una Gioconda nuda ha attirato l'attenzione dei ricercatori del Louvre di Parigi che sospettano che la firma dell'opera sia la stessa del dipinto più famoso del mondo e conservato nel museo della capitale francese, cioè quella di Leonardo da Vinci. Ci vorranno mesi di studio per determinare se il carboncino, che ha una forte somiglianza con l'icona del Louvre, sia stato davvero realizzato dal maestro fiorentino o da uno dei suoi allievi più talentuosi. Se sarà confermata la paternità di Leonardo, si tratterebbe dell'unica Mona Lisa nuda e conservata attribuita all'autore.

Quella donna completamente svestita, ritratta su una tela 72 centimetri per 54, ha molte cose in comune con la Gioconda più conosciuta: il sorriso, la gestualità delle mani e anche lo stile pittorico. Per Mathieu Deldicque, direttore del Musée Condé i primi risultati non saranno disponibili fino al 2019, anno in cui il museo di Chantilly ospiterà una grande retrospettiva dedicata al 500esimo anniversario dalla morte di Leonardo Da Vinci. Ma, in ogni caso, si dice certo che l'opera sia stata realizzata "nell'orbita artistica" del maestro italiano. Per Deldicque, inoltre, è possibile che la Gioconda nuda sia stata realizzata da Leonardo dopo quella esposta al Louvre, negli ultimi anni della sua vita. "Era un perfezionista – dice – e ha riprodotto la Mona Lisa così tante volte" che il carboncino potrebbe essere uno dei suoi numerosi tentativi di ricerca della perfezione.
 

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