Lisa Gherardini e l'allievo prediletto Gian Giacomo ispirarono Leonardo da Vinci. Enigma risolto dallo studioso Silvano Vinceti
Il sorriso misterioso e più emigmatico della storia dell'arte, quello di Monnalisa nel quadro della Gioconda di Leonardo, resta. Ma finalmente è stato risolto il mistero sull'identità della Gioconda. Leonardo si avvalse di due modelli: Lisa Gherardini, detta Monna Lisa del Giocondo, e Gian Giacomo Caprotti, detto, il Salai. E' la tesi lanciata oggi da Silvano Vinceti, ricercatore e studioso di arte, noto anche per i suoi studi su Caravaggio, da una conferenza stampa a Firenze nella chiesa di Sant'Orsola.
Per decenni si sono succedute teorie inerenti il rapporto fra il dipinto della Gioconda e Leonardo che hanno sostenuto che Leonardo si sia avvalso di un modello. "Diversi storici – spiega Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei Beni storici culturali e ambientali – lo hanno individuato in diverse nobildonne, da Lisa Gherardini, a Pacifica Brandano, Caterina Sforza, Isabella d'Aragona, fino alla tesi dell'autoritratto, o a quella della raffigurazione fantastica. C'è anche chi ha sostenuto si tratti del suo allievo prediletto, il Salai. "Tesi storiche diverse e contrastanti alimentate e giustificate dai pochi riferimenti storici a disposizione", precisa Vinceti, responsabile della ricerca sui resti mortali della Lisa Gherardini, che rivendica la originalità e innovatività del suo metodo: "grazie all'utilizzo delle fonti storiche e dei risultati delle moderne tecnologie indagative a disposizione – evidenzia – è stato possibile giungere ad un risultato poggiato su fondamenta solide ed oggettive".
"Ora non siamo più solo nel campo delle ipotesi di ricostruzione storica: grazie alla disponibilità della prima delle tre stratificazioni emerse dall'esame a raggi infrarossi, realizzato anni addietro, sulla Gioconda del Louvre, si può dare una risposta certa", assicura Vinceti.
Nella prima stratificazione – a quanto emerso dallo studio illustrato oggi – la Gioconda appare malinconica e triste. Giorgio Vasari nella storia dei grandi artisti nella parte dedicata a Leonardo scrisse che Francesco del Giocondo, marito della gentildonna Lisa Gherardini, per far ridere la moglie malinconia e triste chiamò giullari e clown, mentre Leonardo la ritraeva.
La tesi di Vinceti e del suo staff è che il secondo modello che Leonardo utilizzò fu Gian Giacomo Caprotti detto il Salai. Leonardo si avvalse di lui in più opere: l'Angelo Incarnato, il Sant' Anna, e nel suo ultimo capolavoro il San Giovanni Battista.
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