La ministra Trenta: "Un soggetto del genere non è degno di indossare l'uniforme, né di essere chiamato uomo"

Un militare dell'esercito è accusato dalla procura di Velletri, che nei suoi confronti ha emesso una misura cautelare, di aver commesso abusi sessuali sulla figlia minorenne. In una nota, l'esercito "esprime profondo sdegno e condanna". "Il militare – come scritto in una nota –  laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento riprovevole, immorale e inaccettabile, ancor più aggravato per uomini e donne che indossano l'uniforme e rappresentano lo Stato". L'esercito conferma quindi "totale disapprovazione e pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l'Istituzione" e assicura "la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti".

L'esercito, viene comunicato, "ha già avviato tutte le procedure per l'immediata sospensione del militare dal servizio ed esprime la totale intransigenza, tolleranza zero, nel contrastare tali inaccettabili condotte e la completa vicinanza alla ragazza nei cui confronti sono stati perpetrati gli abusi. Tali soggetti non sono degni di indossare l'uniforme". E conclude: "Tale isolato avvenimento viola l'etica militare, e lede fortemente la dignità e l'onore di tutto il personale dell'esercito che, invece, con profonda onestà, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere".

Sul caso è intervenuta anche la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta:  "La storia di una giovane, appena 16anni. Il suo incubo, le violenze subite dal padre: un militare. È sconvolgente. È talmente brutale la notizia, da non lasciare spazio alle parole. Non voglio dire altro, solo esprimere la mia vicinanza alla ragazza e stringerla in un grande abbraccio. Lo Stato Maggiore dell'Esercito provvederà quanto prima a prendere le opportune misure nei confronti del soldato arrestato. Un soggetto del genere non è degno di indossare l'uniforme, né di essere chiamato uomo". 

 

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