I due esponenti del clan volevano essere serviti per primi, lei si ribella e viene pestata. Sul caso indaga la Dda

Sarà la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma ad occuparsi dell'aggressione avvenuta la domenica di Pasqua alla Romanina, periferia di Roma, dove due uomini appartenenti alle famiglie Casamonica e Di Silvio hanno colpito a cinghiate una donna disabile e poi il barista di un bar a Via Barzilai. Non è escluso che venga ai due membri del clan l'aggravante mafiosa per l'aggressione nei confronti di una donna disabile e del barista.

L'AGGRESSIONE – I due esponenti del clan, come mostra un video pubblicato da Repubblica, entrano nel bar e pretendono di essere serviti per primi, saltando la fila. Basta un rifiuto a scatenare la violenta reazione. La prima ad essere aggredita è la donna disabile, colpevole di essersi ribellata alla richiesta: cinghiate, calci e pugni sono la sua punizione. Poi i due prendono a bottigliate il barista, 'reo' di non essersi occupato immediatamente di loro.

LE REAZIONI – Indignazione generale da parte della politica dopo il pestaggio, con il ministro Minniti che chiede una risposta ferma a Franco Gabrielli. "Ho telefonato al Capo della polizia, prefetto Franco Gabrielli, al quale ho chiesto una risposta ferma e tempestiva. Atti di questo tipo non possono rimanere impuniti".

"Uniti contro la criminalità. Le immagini dell'aggressione dei Casamonica nei confronti di una donna disabile e un barista sono inaccettabili. Le istituzioni non abbassano lo sguardo. #FuoriLaMafiaDaRoma", twitta la sindaca di Roma Virginia Raggi.

"La mafia agisce così, con violenza e brutalità. E non tollera chi si ribella. Per questo quando qualcuno ha il coraggio di farlo deve sentire al suo fianco l'intera città. Roma non deve piegarsi ai Casamonica, ai Di Silvio, agli Spada", è il commento di Matteo Orfini. 

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