LaPresse e upday presentano gli eventi da non perdere di venerdì 3 maggio 2019

Caso Siri – Il premier Giuseppe Conte ha deciso: Armando Siri, sottosegretario leghista ai Trasporti, indagato per corruzione, deve dimettersi. Nel prossimo Cdm (l'8 o il 9 maggio) gli verranno revocate le deleghe. Oggi si attende la reazione della Lega e di Salvini che, ieri, dall'Ungheria, si è limitato a dire: "Accetto tutto, ma mi devono spiegare". Conte è stato chiaro: 1) Siri è innocente fino a prova contraria, ma qui non si tratta di questo; 2) Siri gli ha spiegato di essere intervenuto su richiesta di imprenditori sul tema dell'eolico. Questo è legittimo se si tratta di proposte generali e astratte. Qui erano specifiche e addirittura retroattive; 3) Siri si è detto disposto a dimettersi tra 15 giorni dopo essere stato sentito dai magistrati: ma le dimissioni non si annunciano, si danno. E essere sentiti dai magistrati non serve a niente; 4) La Lega deve accettare la decisione e non avere atteggiamenti corporativi. M5S non deve cantare vittoria. Poi, il premier non ha risposto alle domande e se n'è andato. Oggi si dovrebbe anche capire perché Siri abbia tentato di uscirne con questa idee delle dimissioni dilazionate senza prima avvertirne Conte. E si vedrà se la Lega riuscirà a tenere i nervi saldi ed evitare l'ennesimo scontro.

Venezuela – Diventa sempre più acuta la crisi in Venezuela. Dove quattro prsone sono morte (due erano ragazzi di 15 e 16 anni) negli scontri in piazza a Caracas e nelle altre città tra i sostenitori del presidente Nicolas Maduro e quelli del presidente autoproclamato Juan Guaidò. La situazione economica interna è sempre più disperata mentre i Paesi latinoamericani cercano di evitare che la situazione peggiori e, sullo sfondo, Stati Uniti e Russia lanciano reciproci avvertimenti. Washington minaccia l'intervento militare e Mosca invita gli Usa a non provarci. Ogni questione può diventare un casus belli. Ieri sera il governo spagnolo ha annunciato che non consegnerà "in nessuna circostanza" alle autorità venezuelane l'oppositore Lepoldo Lopez, rifugiato nella residenza dell'ambasciatore spagnolo a Caracas, in seguito a un mandato d'arresto. Il governo "non ha in alcun modo intenzione di consegnare Leopoldo Lopez alle autorità venezuelane o di allontanarlo dalla residenza dell'ambasciatore", ha detto il ministero degli Esteri del governo di Madrid.

Brexit e voto inglese – Prosegue la trattativa tra Theresa May e Jeremy Corbyn per trovare un accordo sulla Brexit da sottoporre il più rapidamente possibile al Parlamento e all'Unione Europea. L'obiettivo è anche quello di evitare (ma non sarà facile)  che i cittadini inglesi debbano partecipare inutilmente al voto europeo del 23 maggio. A quanto si sa, conservatori e laburisti stanno lavorando a un'intesa che permetta di mantenere in piedi un'unione doganale con l'Unione Europea, ma non è del tutto escluso il ricorso a un secondo referendum. Secondo i sondaggi, il 45% degli inglesi sarebbe per restare nella Ue, il 37% per confermare la Brexit e il 18% sarebbe ancora indeciso. E oggi si vota per 248 dei consigli locali inglesi e 11 irlandesi. Un test piccolo ma significativo. I tories devono difendere il controllo di 163 amministrazioni locali e oltre 5.500 seggi. I laburisti partono da 74 amministrazioni e 2.278 consiglieri. Le previsioni parlano di una pesante "punizione" per Theresa May e il suo governo. Il risultato inciderà sulle trattative.

Giornata mondiale della libertà di stampa – Si celebra in tutto il mondo la Giornata della libertà di stampa istituita dall'Assemblea generale dell'Onu per sottolineare l'importanza di questa fondamentale prerogativa e per ricordare a tutti i governi del mondo la necessità di garantire e difendere quanto previsto dall'art 19 della dichiarazione universale dei diritti umani che recita: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere". Eppure, nel mondo, la libertà di stampa viene limitata e conculcata in ogni momento e per i più svariati motivi. Basti pensare che nel 2018, ottanta giornalisti sono morti, uccisi mentre esercitavano il loro dovere di informare. E basta ricordarci che l'Italia è solo 46esima al mondo nell'indice della libertà di stampa in una classifica che vede in testa la Norvegia seguita dalla Svezia e in cui gli Usa sono 45esimi.

Juve-Toro – Si gioca questa sera all'Allianz Stadium (ore 20.30) Juventus-Torino, il 198esimo derby della Mole valido per la 35esima giornata del campionato di serie A. Nei 197 precedenti, i bianconeri hanno vinto 86 volte, 56 le vittorie dei granata e 55 i pareggi (la Juve ha segnato 260 gol contro 210). Limitatamente alla serie A ci sono state 70 vittorie della Juve, 42 pareggi e 35 successi del Toro. L'ultima volta, all'andata hanno vinto i bianconeri per 1-0 con un rigore di Ronaldo. Mai come questa volta, però, il derby è importante per i granata impegnati nella corsa per l'Europa. Una vittoria li porterebbe alle soglie della Champions League. Ecco le probabili formazioni: Juve (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Emre Can, Pjanic, Matuidi; Cuadrado, Ronaldo, Bernardeschi. All.: Allegri. Torino (3-4-2-1): Sirigu; De Silvestri, Nkoulou, Izzo; Aina, Meite', Ricon, Ansaldi; Baselli, Berenguer, Belotti. Allenatore: Mazzarri. Arbitra Orsato. 

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