LaPresse e upday presentano gli eventi da non perdere di lunedì 1 aprile 2019

Brexit – E' passato il 29 marzo e la Brexit non c'è stata. Anzi, per Theresa May è arrivata la terza bocciatura della sua bozza di accordo con la Ue che è stata così definitivamente affossata. Ma oggi, a Westminster, lo speaker John Bercow riapre la Camera dei Comuni e, al grido di "Order… order", cercherà di fare in modo che il tempio della democrazia inglese partorisca finalmente qualcosa. A questo punto, le possibilità non sono molte. 1) La Camera dei Comuni vota revoca l'art. 50 e la lo UK resta nell'Unione Europea: decisamente improbabile ma non impossibile; 2) Il Parlamento potrebbe votare una delle otto opzioni bocciate l'altro giorno. Ad esempio, quella sull'UK che resta nell'Unione doganale. Da vedere cosa comporta questo dal punto di vista dei tempi e modi di uscita; 3) Passa l'idea di un nuovo referendum e, a quel punto, è probabile che, questa volta, vinca il "remain"; 4) Theresa May si dimette e si va a elezioni anticipate. A questo punto sarebbe probabile la richiesta di una lunga proroga con gli inglesi costretti a partecipare al voto europeo della fine di maggio. In ogni caso, ha fatto notare David Gaulke, ministro della Giustizia, la premier dovrà accettare qualunque decisione esca da Westminster. Come dire: "Theresa, non facciamo sciocchezze".

I conti di Conte – Oggi il premier Giuseppe Conte vede il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Ieri sera, Juncker è stato da Fabio Fazio a "Che tempo che fa". "Crediamo che la crescita dell'Italia arriverà solo allo 0,2%, cioè zero, una sorta di stagnazione Il che vuol dire che i problemi dell'Italia continueranno a crescere" ha detto Juncker che, poi, diplomaticamente, ha aggiunto: "forse è un'esagerazione dire che l'Italia è a rischio. Certo, il debito pubblico è preoccupante". E in mattinata, a Firenze, al Festival dell'Economia Civile, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, aveva detto, in sostanza, alcune cose: 1) La Germania ha rallentato e noi con lei; 2) Da vent'anni l'Italia cresce un punto in meno del resto d'Europa. Visto che i tedeschi e gli altri cresceranno dello 0,8%, noi saremo a crescita zero; 2) Nessuno ci chiede una manovra correttiva e, quindi, la cosa, adesso, non si pone; 4) Non c'è spazio neppure per una manovra espansiva. Tutti, però, ricordiamo che il bilancio italiano si bassa su un'ipotesi di crescita quantomeno superiore all'1%. Ormai è chiaro che non ci sarà. Ma nessuno (a parte le battute di Conte sull'anno "felice") sa dire come ovviare al problema senza manovre correttive. Speriamo che qualcuno sappia spiegarlo a Juncker…

Banche – E da Firenze, il mite ministro dell'Economia ha anche aperto la questione delle banche e della seconda Commissione d'Inchiesta voluta soprattutto da M5S e definita con legge. Mattarella ha sollevato qualche perplessità soprattutto perché la legge ha attribuito a questa commissione (a differenza di quella della legislatura precedente) il compito di indagare su tutte le banche ("anche su non coinvolte nella crisi e che svolgono con regolarità la propria attività" ha notato il Capo dello Stato). Insomma, c'è un problema di autonomia di Bankitalia e anche la candidatura di Paragone (M5S) ha sollevato qualche perplessità. E Tria ha detto che il sistema bancario italiano è solido, che di problemi ce ne sono stati (anche peggiori dei nostri) in tutta Europa e nessuno ha pensato di smantellarlo. E Tria ha criticato la logica del sospetto perché "significa avallare una delle campagne europee che ci stanno attaccando e mettendo in difficoltà. E rischia di minare l'interesse nazionale, nel momento in cui stiamo negoziando come arrivare all'unione bancaria". Per la serie: facciamoci del male.

Famiglia – Tirando le somme, il Convegno sulla famiglia di Verona, ha avuto alcuni risultati che sono sotto gli occhi di tutti: 1) Solito spottone elettorale per Salvini che, a Verona, è stato un vero e proprio mattatore. Tra l'altro, Salvini ha attaccato sull'utero in affitto (che in Italia non si pratica) e ha difeso l'aborto. Ha fatto l'uomo di destra senza toccare i temi che interessano davvero le donne; 2) E' emerso un altro terreno di divisione tra Lega e M5S che si sono mandati cordialmente a quel Paese dandosi reciprocamente degli "sfigati". I M5S (che hanno anche un'anima più liberal) hanno bocciato una serie di integralismi chiaramente alla base del convegno; 3) La Chiesa, tirata per i capelli nella vicenda, ha detto che nel merito dei temi della famiglia, è ovviamente d'accordo, ma organizzare convegni del genere, non serve; 4) la sinistra e il movimento femminista si sono ritrovate in piazza definendo un terreno unitario di fronte ai diritti minacciati e al ruolo delle donne nella società che potrà essere utile nelle prossime campagne elettorali; 5) L'estrema destra ha difeso il convegno come fosse suo, confermando i sospetti di integralismo e di sovranismo; 6) Alla fine, nessuno ha capito a che conclusioni sia giunto il convegno che non fossero già nelle premesse: c'è solo una famiglia (formata da uomo e donna), no all'aborto, i gay sono malati, no alla famiglia arcobaleno, no all'eutanasia. Era necessario montare tutto questo can can?

Giappone, il nome dell'era – Il Giappone entra nell'era "Reiwa": "Ordine, armonia e pace". E' stato annunciato oggi a Tokyo il nome dell'era che comincerà il primo maggio con il passaggio del trono dall'imperatore Akihito al principe Naruhito. Akihito, 86 anni, 125° imperatore del trono del Sol Levante ha già abdicato a favore di Naruhito (59 anni). Non solo, quindi, nel sistema giapponese c'è il passaggio dello scettro da un imperatore all'altro, ma col cambio dell'imperatore cambia anche l'era storica di riferimento. Oggi viene annunciato il nome di quella che comincerà a maggio. Dal 1989 siamo nell'era Heisei che significa ""Pace ovunque", dal 1926 al 1989, col grande imperatore Hirohito, attraversammo (nonostante la guerra mondiale) l'era Showa o della "pace illuminata". Prima ancora fu l'era Taisho o della "grande giustizia". L'attesa per il nome della nuova era, in Giappone, era grande. Il Paese, fatto di grande modernità e di tradizioni profonde vive queste cose con grande serietà. 

Pesci d'aprile – In ufficio, in casa, oggi è il giorno degli scherzi. I pesci d'aprile si sprecheranno e molti passeranno anche sui social e nelle pagine dei mezzi d'informazione. In questa pagina non c'è nessun Pesce d'aprile, ma se un marziano, appena capitato sulla Terra la leggesse, potrebbe tranquillamente credere (dalle vicende della Brexit a quelle della nostra economia) che ce ne siano almeno un paio. Come dargli torto?

 

 

 

 

 

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