Di Elena Fois

Torino, 6 feb. (LaPresse) – “Papa Francesco? Rispetto alla carenza della politica ha una straordinaria lucidità progettuale”. Carlo Petrini, anima e cuore di Slow Food, domani sarà a Milano in occasione di ‘Le idee dell’Expo’ – una lunga giornata di confronto che dovrebbe riempire di contenuti la ‘Carta di Milano’, documento programmatico e impegno collettivo in favore di una alimentazione equa e sostenibile – ma il messaggio più forte se lo aspetta proprio da Bergoglio. Il Papa, infatti, parlerà ai presenti con un video dedicato al tema del cibo. “Non credo che sarà un intervento tradizionale – dice Petrini a LaPresse – perché il Santo Padre ci sta abituando a parole non convenzionali”. La sua, racconta, è “una personalità di altissimo valore spirituale”, capace di riempire “l’assenza eclatante della politica”. Passando dal sacro al profano, Petrini, promotore di una cultura del cibo ‘lenta’, fatta di sostenibilità e piacere, di equità, scoperte, nuove esperienze e passione per il gusto, non ha dubbi. “Oggi siamo obnubilati da chef maschi che fanno ogni cosa in cucina. Ma noi dobbiamo tornare alla sapienza delle mamme che hanno fatto la storia del cibo”. Semplicità e tradizione, in perfetto in stile Slow Food.

Expo si avvicina sempre di più. Domani a Milano si entra davvero nel vivo: ci saranno aziende, enti, istituzioni, ministri, tutti seduti intorno a un tavolo per costruire la ‘Carta di Milano’. Quali saranno gli impegni che verranno presi?

La Carta ancora non c’è, bisogna costruirla e confrontarsi per trovare gli elementi distintivi e propositivi che porteranno alla sua definizione. Domani ci saranno 40 tavoli di lavoro, è una grande opportunità per mettere insieme tante riflessioni.

Quali saranno le tempistiche di realizzazione della Carta?

Questo ce lo deve dire il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. Domani inizia un processo importante che dovrebbe portare alla costruzione della Carta di Milano, ma dobbiamo considerare che verranno alla luce idee, riflessioni, discussioni disorganiche, magari anche punti di vista non condivisi da tutti. I contenuti, però, devono essere chiari: dare dignità alla popolazione e sostenere i temi di Terra Madre.

A proposito di contenuti, quali sono i problemi più grandi oggi in tema di cibo e alimentazione?

Oggi abbiamo un sistema alimentare che non funziona, che produce molti sprechi e che genera iniquità. Ci sono 850 milioni di persone malnutrite, la gente muore di fame e c’è uno spreco di cibo che mai era stato così invasivo e che genera danni anche all’ambiente.

Cosa vedranno i visitatori all’Esposizione Universale?

Questo deve chiederlo a Sala (amministratore delegato di Expo 2015, ndr). Vedo che promuovon un grande luna park all’interno del quale i diversi Stati e le industrie alimentari che hanno risorse per realizzare grandi padiglioni faranno quello che devono fare. Ci sarà anche la presenza più umile delle associazioni. Noi, ad esempio, ci saremo con il tema della biodiversità. Ma cosa faranno quelli che veramente producono il cibo? Dove saranno i contadini, i pastori che fanno il formaggio?

Crede che l’Expo possa coinvolgere i cittadini comuni e non solo gli addetti ai lavori?

Le aspettative sono troppe. Il primo appuntamento per discutere avviene domani, cioè il 7 febbraio 2015, a pochi mesi dall’apertura di Expo. Certo, non si può dire nulla contro questo evento, meglio tardi che mai. Non è giusto penalizzare chi ha avuto un’idea, ma l’assenza della politica in questi anni è eclatante. Chi deve occuparsi di questo tema se non la politica? La centralità dell’Esposizione Universale sembra basata su tre pilastri. Primo, arriveranno tanti turisti a Milano e in tutto l’indotto; secondo, avremo l’opportunità di fare vedere al mondo il made in Italy e quanto siamo più bravi degli altri; terzo, grazie alla presenza di tanti Stati avremo la possibilità di riempirci gli occhi e la pancia perché l’evento sia grande. Ma questi tre pilastri non sono sufficienti.

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