Brindisi, 19 mag. (LaPresse) – “Terrorismo puro” l’ha definito il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, “atto di inciviltà senza precedenti” per il premier Mario Monti. Mentre il mondo politico e istituzionale condanna da ogni parte quanto accaduto, è a Brindisi che decine di famiglie devono fare i conti con il dolore più straziante. Una sedicenne, Melissa Bassi, ha perso la vita nell’esplosione di un ordigno, costituito da tre bombole del gas, saltato in aria poco prima delle 8 davanti alla scuola ‘Morvillo e Falcone’ del capoluogo e altre cinque studentesse, sue coetanee, sono ricoverate in gravi condizioni. Per una di loro, sottoposta a un lungo intervento di chirurgia toracica, è stato necessario il trasferimento all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove si trova in condizioni che i sanitari definiscono “stabili”. Altri cinque giovani sono stati medicati e poi dimessi. L’ordigno è esploso nel momento in cui gli studenti stavano entrando a scuola, un istituto frequentato quasi totalmente da ragazze. Tre bombole del gas, collegate tra loro e attivate con un detonatore a distanza, lasciate su un muretto davanti all’edificio e nascoste da un cassonetto dei rifiuti.

Subito dopo l’attentato sul posto sono giunti il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, il procuratore della direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, il dirigente della squadra mobile, Francesco Barnaba, e il sostituto Milto Stefano De Nozza, il governatore della Puglia Nichi Vendola e il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. Anche il ministro Francesco Profumo si è recato nella città pugliese per incontrare i presidi delle scuole.

Difficile al momento fare ipotesi sulla matrice dell’attentato. Molte le piste che gli inquirenti stanno valutando, senza che sia giunta ancora nessuna rivendicazione. “Dobbiamo capire da dove nascono questi fatti” ha detto la titolare del Viminale, spiegando che “la questione è complessa e non ancora definita” e che, anche se “non ci sono elementi per dirlo con certezza”, la tipologia dell’attentato “non è tipica della mafia”. Eppure la scuola ‘Morvillo e Falcone” cinque anni fa aveva vinto il premio del concorso ‘La legalità nel quotidiano’, assegnato dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. “Questo – ha commentato il ministro della Giustizia, Paola Severino, che si recherà a Brindisi – qualifica questi ragazzi che si erano schierati per la legalità. Chi invece si schiera contro deve essere severamente perseguito”.

L’ipotesi della pista mafiosa, nonostante, come ha ricordato Monti, le indagini non “permettano ancora di pronunciarsi” sulla matrice dell’attacco, è una di quelle al vaglio degli inquirenti, anche se il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha ricordato che “nè la Sacra corona unita nè la mafia si sono mai spinte ad uccidere in questo modo. E neanche le aree antagoniste, dalle brigate rosse alle aree eversive, si sono mai spinte a questa tipologia di agguato”. Manganelli ha però assicurato che a Brindisi sono già arrivati “gli investigatori migliori”. Poco credibile, per il capo della polizia, anche la pista passionale. “Mi pare una vicenda un po’ troppo strutturata – ha detto – per essere ricondotta a un fatto soltanto emotivo”.

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