Una giornata di tensione, il centro della città di Torino bloccato, un bilancio di 9 agenti feriti, e una serie di ulteriori iniziative annunciate a stretto giro. È la sintesi della manifestazione indetta sabato tra le vie del capoluogo piemontese dagli attivisti del centro sociale Askatasuna dopo lo sgombero di giovedì.
Lo slogan “Askatasuna non si tocca, lo difenderemo con la lotta” è risuonato per tutta la manifestazione che dalle 14.30 ha sfilato lungo le vie di Torino. Un corteo partecipato, con bambini e famiglie in testa ad aprirlo e che, nel corso del pomeriggio, si è trasformato in guerriglia urbana, con oggetti contro le forze dell’ordine, fumogeni, idranti in azione, e cassonetti bruciati.
Nove gli agenti feriti al termine della manifestazione, colpiti in particolare da tutto ciò che una parte degli antagonisti, a volto coperto, ha lanciato contro il cordone a protezione della sede sgomberata, al civico 47 di corso Regina Margherita. Tutto è degenerato quando la manifestazione, partita da Palazzo Nuovo, si è incanalata lungo il corso, in zona Vanchiglia, dove un imponente schieramento di polizia ha impedito ai manifestanti di avvicinarsi alla storica sede del centro sociale.
Lanci di oggetti di ogni tipo, compresi mattoni e bottiglie di vetro, da una parte degli antagonisti, molti a volto coperto, contro gli agenti: fumogeni e idranti in azione dalle forze dell’ordine che hanno allontanato i manifestanti. Le tensioni sono andate avanti con gli antagonisti che hanno usato i cassonetti a mo’ di barricata, dando fuoco e rovesciandone alcuni per bloccare il corso, mentre la polizia continuava con le manovre di allontanamento.
Il grosso del corteo ha poi continuato il percorso, arrivando poco dopo le 18 in piazza Gran Madre, dove la manifestazione si è conclusa. Nella fase finale qualcuno tra i manifestanti ha proiettato delle luci sui palazzi della piazza con le scritte *“Sbirri di merd”**, “Meloni dimettiti” e “Aska libera”.
“Askatasuna non è un palazzo, oggi lo abbiamo dimostrato. Askatasuna siamo noi, sono tutte quelle persone che sognano un mondo più giusto e migliore”, le parole degli attivisti che hanno annunciato un mese di mobilitazione, lanciando per il 31 dicembre una manifestazione per le strade della città. Il 17 gennaio è poi prevista una assemblea nazionale, a Torino, mentre il 31 gennaio ci sarà un corteo che gli antagonisti definiscono “nazionale”, sempre nel capoluogo piemontese.
In serata, è arrivata la telefonata del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al capo della Polizia Vittorio Pisani: il titolare del Viminale si è informato sullo stato di salute degli agenti feriti e ha chiesto di far arrivare al questore di Torino Paolo Sirna il suo apprezzamento “per la professionalità e l’equilibrio dimostrati per l’ennesima volta dalle forze di polizia che anche oggi hanno dovuto fronteggiare violenze e intemperanze di ogni genere”.

