Lista stupri, al Giulio Cesare ne spunta una seconda

Lista stupri, al Giulio Cesare ne spunta una seconda
Il liceo Giulio Cesare di Roma (Foto LaPresse/Andrea Panegrossi)

Al liceo romano nel mirino due professoresse

Al liceo classico Giulio Cesare di Roma è spuntata un’altra lista stupri, questa volta non con i nomi degli studenti ma con quelli di due professoresse. Lo denunciano i rappresentanti degli studenti. “Siamo qui per comunicare un avvenimento verificatosi durante la serata di ieri 18 dicembre, all’interno del nostro istituto: un’ulteriore scritta deplorevole è comparsa nell’anticamera del primo piano e citava: ‘Lista stupri:..’ a cui seguivano i nomi di due professoresse. La comunità studentesca, ancora una volta, si ritrova indignata di fronte a gesti di questo tipo e costretta a denunciare un accaduto che mai avrebbe pensato di poter rivivere”.

“Quanto accaduto – sottolineano – è ancora più grave, più inquietante e più inaccettabile proprio perché non è la prima volta. È la prova evidente che chi ha compiuto questo gesto lo ha fatto con piena consapevolezza, ignorando deliberatamente una denuncia già avvenuta, un’indignazione collettiva già espressa e un percorso di sensibilizzazione che avrebbe dovuto impedire il ripetersi di simili atrocità”.

“A distanza di soli 20 giorni dal 27/11, data in cui è stata rinvenuta una ‘lista stupri’, accompagnata da nomi di studenti e studentesse sul muro del bagno maschile, all’interno della nostra scuola, c’è chi si è sentito libero di poter nuovamente essere protagonista di un episodio di violenza. Il ripetersi di simili azioni dimostra come tali comportamenti non siano episodi isolati, bensì segnali di un problema più profondo che non può e non deve essere ignorato. Questo ci fa aprire gli occhi, ancor di più di prima, sul fatto che ci siano ancora individui bisognosi di sensibilizzazioni assidue riguardo questo tema. Riteniamo fondamentale che tali accadimenti vengano presi sul serio e affrontati con la dovuta attenzione, affinché la scuola torni a essere uno spazio sicuro, inclusivo e rispettoso per tutte e tutti”, concludono.

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