Delitto Garlasco, 5 istanze in 5 anni della difesa Stasi a Venditti per le carte dell’inchiesta su Sempio

Delitto Garlasco, 5 istanze in 5 anni della difesa Stasi a Venditti per le carte dell’inchiesta su Sempio
Mario Venditti, l’ex procuratore aggiunto di Pavia indagato per corruzione nel caso Garlasco (foto LaPresse/Nelson Hasanpapaj)

Il Gip di Pavia nel 2017 scrisse che non ne avevano diritto perché non potevano definirsi “parte offesa o danneggiata”

Né Alberto Stasi né la madre avrebbero avuto diritto alle carte dell’inchiesta su Andrea Sempio per il delitto di Garlasco, perché non erano “‘parte’ in senso tecnico” del procedimento, né avrebbero potuto definirsi “persona offesa o danneggiata”. Lo scriveva il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, il 23 marzo 2017, in una nota a margine nel provvedimento con cui archiviava la prima accusa di omicidio nei confronti dell’allora 29enne di Voghera. Queste parole tornano d’attualità in queste settimane, a pochi giorni dall’udienza dell’incidente probatorio nella nuova inchiesta su Sempio in cui si discuteranno i risultati della nuova perizia genetica sulle tracce biologiche sulla scena del crimine e sul corpo della vittima. E tornano d’attualità per due motivi.

Il primo è che Lambertucci è stato citato nelle informative della guardia di finanza di Brescia nell’ambito dell’indagine per la presunta corruzione dell’ex aggiunto pavese, Mario Venditti, che della prima inchiesta su Sempio chiese l’archiviazione: in estate i militari hanno chiesto in estate “mirati accertamenti bancari” sui suoi conti correnti, senza però ottenerli dalla pm Claudia Moregola e dal Procuratore, Francesco Prete.

Il secondo motivo è che, a fronte di cinque istanze avanzate dalla difesa Stasi in 5 anni per ottenere le carte e soprattutto i brogliacci delle intercettazioni dei Sempio al centro delle nuove indagini – sia quella bresciana quanto quella dei pm Napoleone e Civardi sul delitto di Garlasco – Venditti avrebbe risposto affermativamente solo all’ultima, nel 2022. Tre istanze sono state presentate “nel 2017 – spiega a LaPresse Giada Bocellari, l’avvocata dell’ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva nel 2015 per il delitto – e una nel 2018”. Richieste che non sortiscono alcun esito fino al 2022 quando l’aggiunto, su delega del Procuratore Fabio Napoleone, le consegna ai difensori del 42enne detenuto a Bollate in semilibertà, incluso il nuovo legale Antonio De Rensis.

La vicenda negli ultimi giorni ha riacceso l’aspro dibattito a distanza fra Bocellari, Venditti e il suo legale, Domenico Aiello.

Le richieste da parte della difesa Stasi

Durante la prima indagine su Sempio – nata dall’esposto presentato dalla madre di Stasi, Elisabetta Ligabò, il 19 dicembre 2016 negli uffici della squadra mobile di Milano attraverso la procura speciale conferita a Bocellari, e dalla trasmissione di atti (consulenza Linarello e indagine SKP) della Procura generale di Milano – l’ex fidanzato di Chiara Poggi si definì nel deposito della nomina dell’avvocato Enrico Giarda come “persona offesa e danneggiata”. E il 10 marzo 2017, una settimana prima della richiesta di archiviazione per Sempio firmata da Venditti con la pm Giulia Pezzino e il Procuratore di Pavia, Giorgio Reposo, Stasi ha chiesto di essere informato per eventualmente opporsi come prevede la legge. Per Lambertucci, però, le parti lese erano solo “i familiari di Chiara Poggi” perché non è “automaticamente sovrapponibile la figura del denunciante e quella della persona offesa” dai reati.

Il giovane condannato in via definitiva nemmeno un anno e mezzo prima non aveva quindi diritto alle carte, da utilizzare in un’eventuale istanza di revisione del processo, che infatti non venne presentata fino al 18 giugno 2020 per poi essere rigettata dalla Corte d’appello di Brescia e dalla Cassazione.

Per accedere ai brogliacci le richieste vennero presentate come “terzo interessato”, spiega Bocellari. Si tratta di un articolo del codice di procedura penale che prevede come, dopo la chiusura o la definizione di un procedimento, “chiunque vi abbia interesse può ottenere il rilascio a proprie spese di copie, estratti o certificati di singoli atti”. Per la legge non può essere rilasciata tuttavia “copia delle intercettazioni” a persone diverse dalle “parti” e i loro “difensori” se non per utilizzarle in un “altro procedimento” che deve essere “specificatamente indicato“.

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