“Le conseguenze, dal punto di vista dei lavoratori potenzialmente sono devastanti, perché a differenza di altri settori industriali dove i lavoratori sono assunti a tempo indeterminato, nel nostro i lavoratori sono assunti a progetto e se i progetti non partono la disoccupazione è immediata e senza nessun tipo di agevolazione”. Così Alessandro Usai, presidente Anica, a margine della conferenza stampa organizzata presso la Casa del Cinema di Roma dalle associazioni di categoria Anica, Apa e Cna per denunciare i tagli al settore dell’audiovisivo proposti nella prossima finanziaria. “I rischi – continua – possono essere immediati e molto impattanti proprio sulle fasce più deboli, che rappresentano il 98% degli addetti al nostro settore”. Gli fa eco Chiara Sbarigia, presidente di APA, che si dice sorpresa dai tagli annunciati: “Riteniamo che sia stata fatta una valutazione non sufficiente sull’impatto che questo taglio avrebbe avuto sul settore, che è un settore che impiega 124mila lavoratori, 52mila dei quali sono direttamente dipendenti dalla produzione e sono quindi intermittenti”. “La produzione audiovisiva e del cinema ha bisogno di programmazione – insiste – e quindi un taglio così radicale azzera, a partire da gennaio, tutti i progetti”. Infine Gianluca Curti, presidente CNA cinema e audiovisivo nazionale, ribadisce: “Non parlerei di scontro, ma di un confronto che è rimasto sempre aperto. Dobbiamo intenderci su quelle che sono le priorità, nell’ambito di una ristrettezza economica e finanziaria generale che indubbiamente c’è”. In questo contesto, quindi, “la nostra preoccupazione è quella di poter mantenere inalterato il sistema industriale così com’è”. “Capiamo il momento complesso – sottolinea Curti – ma quello che chiediamo è semplicemente di concordare con l’industria la possibilità di dare la certezza di tempi e regole e non di subire nel corso della partita dei cambiamenti di regolamento, che per noi sarebbe francamente molto pericoloso”.
