“Chiara Petrolini non ha un disturbo psichiatrico chiaramente documentabile all’interno del manuale, non ci sono malattie mentali chiare organicamente definite”. A dirlo, nell’udienza al processo a Chiara Petrolini, la giovane accusata di aver partorito e seppellito, nel giardino di casa sua a Vignale di Traversetolo, nel Parmense, i suoi due figli neonati, è stato Mario Amore, psichiatra e consulente della procura, rispondendo alle domande del pubblico ministero di Parma.
“Per poter parlare di disturbo di personalità deve essere abituale e avere una certa durata – puntualizza lo specialista -. Petrolini non ha disturbo di personalità”. Per Amore, ascoltato in aula insieme al collega Domenico Berardi, la giovane “ha piena capacità di intendere e volere” almeno relativamente all’episodio indicato.
Dall’udienza è emerso anche che per Petrolini, che al colloquio con gli psichiatri si sarebbe disegnata con il pancione, “l’ambivalenza di fondo è elemento caratterizzante”: “‘Vorrei ma non posso’, ‘Vorrei ma non riesco’. È una vita su due registri: da una parte ‘Vorrei, provo a sentire, ma non ce la faccio fino in fondo’; l’altro registro è ‘Vorrei che qualcuno cogliesse questo segnale’, a cominciare dalla mamma, con cui non aveva un rapporto di piena comunicazione, cosa che è avvenuta con la nonna (quella scomparsa, ndr)”, aggiunge Amore.
Chiara Petrolini ha un modo di presentarsi “ineccepibile” ma non ha relazioni profonde
Il dato costante, secondo il professionista, è il modo di presentarsi “ineccepibile, una catechista giusta, che mette in atto meccanismi sociali funzionali“, ma che, scavando, non ha relazioni e rapporti profondi, con gli amici e le amiche, ma anche con l’allora fidanzato. Ed è Berardi che, in un passaggio dell’udienza, parla anche di neurodivergenza, che è considerata una variabile dell’essere umano, un “tipo di problema che sta emergendo insieme all’Adhd”.
“Petrolini non è una psicopatica, è una ragazza per bene ed è una brava ragazza; nelle gravidanze, quando si è entrati in un quel calderone nuovo, lei ha agito senza affetti e ha agito per raggiungere scopi suoi, che ricorda, incidentalmente, alcuni aspetti della psicopatia, quindi il fatto di non avere pietà dell’altro – ha chiarito ancora Amore -. Ancora oggi, Chiara dice: ‘Ma io che cos’ho fatto di male?’”. Per Berardi, Petrolini “sembra guidata da un computer, lei va, segue un suo disegno, c’è continuità in tutto quello che ha fatto, nei fatti, c’è una linea di comportamento in cui nulla si contraddice”.
E, in effetti, sempre per lo psichiatra, “nel partorire da sola ha dimostrato di non aver paura né del dolore, né delle ferite, né della morte”. “Lei ha fatto delle cose che spaventerebbero chiunque senza spaventarsi, senza dubitare, senza incepparsi, senza confondersi, senza sovrapporre dei comportamenti. Lei ha tenuto la linea di nascondere tutto e di fare tutto da sé”. In base a quanto emerso da quanto documentato dai consulenti, Petrolini, “in tutte le relazioni si avvicina fino a un certo punto”.
Il primo bimbo era nato vivo
Nella prima parte dell’udienza, in mattinata, Valentina Bugelli, dottoressa della Medicina legale dell’università di Parma, ha riferito che il primo bimbo ritrovato il 9 agosto 2024, sarebbe nato vivo, dato che tutte le prove docimastiche (tra cui il test dei polmoni del piccolo, risultati dal colorito roseo, e la prova di galleggiamento in acqua), sono risultate positive, pertanto “si può affermare che il neonato, al momento del parto era vivo”.
Sempre in base a quanto riferito da Bugelli, il secondogenito sarebbe sopravvissuto pochi minuti dal taglio del cordone e la causa del decesso è stata attribuita, probabilmente, a uno choc emorragico acuto, identificato nel taglio del cordone, appunto, con un oggetto tagliente, e a una conseguente emorragia acuta. “L’atto respiratorio l’ha compiuto e più di uno”, ha concluso Bugelli.

