La Procura di Roma ha richiesto la condanna all’ergastolo, con tre anni di isolamento diurno, per Giandavide De Pau, ritenuto responsabile del triplice omicidio avvenuto il 17 novembre 2022 nel quartiere Prati a Roma.
Le vittime sono due donne di origine cinese, assassinate a coltellate in un appartamento di via Riboty, e Marta Castano Torres, 65 anni, colombiana, uccisa nel seminterrato di via Durazzo. L’accusa contesta a De Pau, difeso dagli avvocati Alessandro De Federicis e Barbara De Benedetti, l’omicidio plurimo aggravato da crudeltà, futili motivi e premeditazione.
La perizia psichiatrica, depositata di recente dalla Terza Corte d’Assise, ha stabilito che l’imputato era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei delitti. De Pau era stato in passato autista e guardaspalle del boss della camorra Michele Senese e secondo gli inquirenti, avrebbe agito sotto l’effetto di un mix tra alcol, droga e psicofarmaci.
La ricostruzione
La ricostruzione della Squadra Mobile parla di una sequenza di delitti consumata nell’ arco temporale di un’ora. Infatti prima avrebbe raggiunto l’appartamento di via Riboty 28, poco distante dal Tribunale di piazzale Clodio, dove si prostituivano le due donne cinesi. Con le due avrebbe consumato un rapporto sessuale e poi le avrebbe uccise sgozzandole. Le immagini del duplice delitto furono poi registrate dallo stesso imputato con il cellulare in due video della durata di 14 e 42 minuti ciascuno. Quelle immagini macabre, secondo la pubblica accusa documenterebbero le uccisioni.
Dopo essersi allontanato dalla scena crimine, De Pau arrivo in fino a via Durazzo 38 con la sua automobile, a circa seicento metri di distanza, dove si recò nel ‘pied-à-terre’ di Marta Lucia Castano Torres, uccidendola secondo il macabro schema che aveva utilizzato per compiere il massacro di via Riboty. Venerdì prenderanno la parola le difese in attesa della sentenza che arriverà a metà novembre.

