Questa mattina, nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo a Strozza (Bergamo), si sono svolti i funerali di Pamela Genini. La 29enne, modella e imprenditrice, è stata uccisa a coltellate dal compagno Gianluca Soncin la sera del 14 ottobre nella sua abitazione a Milano. Fuori dalla parrocchia una panchina rossa ricoperta di fiori e le foto di Pamela, accanto a una preghiera tratta da un testo di Sant’Agostino: “La morte non è niente. Sono solo passato dall’altra parte, come fossi nascosto nella stanza accanto. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace”. Presenti anche la madre e il fratello della 29enne.
Gianluca Soncin ha ucciso Pamela Genini con 24 coltellate
Genini è stata uccisa con 24 coltellate a collo, dorso, braccia, torace e mani nel suo appartamento di via Iglesias 33, quartiere Gorla. Soncin, 52 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dal legame affettivo con la vittima, la crudeltà, i futili motivi, ma soprattutto la premeditazione per essersi recato nella casa della vittima.

Il parroco ai funerali: “Solo l’amore resta”
“Siamo davanti a questo feretro, a fare i conti con la vita che continuamente ci impone di accettare delle spaccature, il più delle volte senza preavviso. La tua storia, Pamela, è segnata da tante profonde spaccature, dolore grande per l’incidente e l’infermità di tuo papà Sergio, quando lei era ancora giovanissima. Quella sua sensibilità che l’ha resa tanto delicata quanto fragile, che con il tempo l’ha portata a rifugiarsi dietro un’immagine bella e forte di lei, nascondendo le paure e le sofferenze per non preoccupare, per non ferire e per preservare dal male quanti amava”, ha detto don Luigi Carminati, parroco della chiesa di Sant’Andrea Apostolo a Strozza, durante la cerimonia funebre.
“Potremmo passare il resto della nostra vita a chiederci se avremmo potuto fare qualcosa e se le cose potessero andare diversamente. E di ‘sé’ e di ‘ma’ in questi giorni se ne sono detti e scritti tanti. Noi oggi vogliamo prendere l’esempio da Gesù e Maria, che sul monte Calvario, nel momento più alto del dolore umano hanno scelto poche parole per dirsi solo il bene, per dirsi tutto l’amore e soprattutto hanno scelto di stare, di esserci l’una per l’altro”, ha aggiunto.
“Forse è il gesto più bello di che cos’è l’amore, l’amore è esserci anche quando noi non possiamo più fare niente. Allora, messe da parte tante parole, aneddoti e racconti riesumati da lontani ricordi, che solo la cronaca nera e i riflettori delle telecamere puntate hanno fatto tornare alla mente, oggi, cara Pamela, cari mamma, papà, fratello e sorelle e amici tutti, vogliamo solo dirci, con poche parole e sincera vicinanza, solo l’amore“.
“L’amore di una figlia che ha voluto custodire e preservare la sua amata famiglia. L’amore della sua mamma, che è qui con lei ai piedi della croce, che fino al giorno in cui la riabbraccerà in cielo, continuerà a lasciarsi trafiggere dal dolore, che solo il cuore di una mamma può conoscere. Ciao Pamela”.

Un’amica: “Pamela era piena di vita, lascia un grande vuoto”
“Pamela era una ragazza piena di vita, solare, dolcissima e ha lasciato un grande vuoto”. Così Elisa Bartolotti – amica e socia di Genini – parlando sul sagrato della chiesa dove si stanno svolgendo i funerali della 29enne. “Adesso è il momento del dolore, è il momento di andare a pregare per lei”. “Soncin? Vediamo quando parla, cosa dice, quali altre bugie inventerà visto che è sempre stato bugiardo”.
Gip: “Soncin aveva pianificato la spedizione”
Soncin ha messo in atto una “spedizione“ a casa di Pamela Genini e ha deciso di ucciderla “almeno una settimana prima” quando si è procurato il “duplicato delle chiavi” dell’abitazione della 29enne bergamasca. Lo scrive il gip di Milano, Tommaso Perna, nelle 13 pagine di ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 52enne. Il giudice ha ritenuto sussistenti tutte le aggravanti contestate all’omicidio – premeditazione, legame affettivo, atti persecutori, futili motivi e crudeltà – dalla pm Alessia Menegazzo e l’aggiunta Letizia Mannella.
La “decisione di uccidere” infatti non sarebbe “maturata” il giorno stesso per via della “intenzione di interrompere la relazione” di Genini o durante un “litigio” di coppia. Quando l’uomo ha fatto irruzione dentro casa, con il coltello serramanico che si era portato appresso, e ha realizzato che era “impossibile” riallacciare il rapporto è tornato al “piano originario” di “toglierle la vita”. “Ben prima” di entrare nell’appartamento Soncini aveva maturato il suo proposito, tradotto dal giudice con le parole “o con me o con nessun altro”. Una motivazione talmente “futile e bieca” da non meritare “alcun tipo di umana comprensione”.
Nel motivare la misura più pesante del carcere il gip ha ritenuto sussistenti tutte le esigenze cautelari: Soncin potrebbe fuggire e uccidere ancora avendo già “minacciato di morte anche la madre della vittima” e nella sua “follia omicidiaria” immaginare di colpire anche l’ex fidanzato della 29enne che martedì sera era al telefono con lei e ha avvisato le forze dell’ordine. Così come potrebbe tentare di inquinare le prove in particolare in relazione allo stalking e le minacce subite in un anno e mezzo di storia dalla modella.


