“Mai preso un euro” al di fuori del proprio “stipendio” da magistrato. Men che meno per chiedere l’archiviazione di Andrea Sempio dall’accusa di aver ucciso Chiara Poggi il 13 agosto 2007. E’ tornato a difendersi davanti ai suoi ex colleghi, sfuggendo invece alle telecamere dei cronisti, Mario Venditti, l’ex procuratore aggiunto di Pavia indagato a Brescia in due diversi fascicoli per corruzione in atti giudiziari e peculato su un presunto “sistema” di favori e mercimoni che in Lomellina avrebbe coinvolto magistrati, forze dell’ordine, imprenditori, politici e pubblici ufficiali. Lo fa davanti al collegio del Tribunale del Riesame di Brescia guidato dal presidente Giovanni Pagliuca, chiamato a decidere se confermare o annullare il decreto di perquisizione disposto il 16 settembre dalla pm Claudia Moregola e dal Procuratore di Brescia, Francesco Prete, ed eseguito 10 giorni dopo dai militari del Gico della guardia di finanza di Brescia e del Gruppo di Pavia, con i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e con al centro il ‘caso Garlasco’. E’ accusato di “avere ricevuto una somma indebita di denaro” per circa “20/30mila euro” per “favorire Sempio”, chiedendo l’archiviazione il 16 marzo 2017 (firmata anche dalla sostituta Giulia Pezzino e dall’allora Procuratore Giorgio Reposo) nel procedimento nato a dicembre 2016 sull’esposto presentato dalla madre di Alberto Stasi, Elisabetta Ligabò, dopo le indagini difensive svolte dalla società privata di investigazioni SKP ingaggiata dallo studio legale Giarda e che indicava il commesso di Voghera come possibile responsabile alternativo del delitto di Garlasco per cui l’ex fidanzato era stato condannato a 16 anni. Esposto trasmesso dalla Procura generale di Milano a Venditti corredato di una nota della sostituta pg Laura Barbaini, in cui si parlava di questa ipotesi come priva di “ogni razionalità e plausibilità”. Il procedimento fu archiviato dal gip Fabio Lambertucci il 23 marzo 2017.
Le accuse dei carabinieri all’ex pm: “Anomalie”
L’accusa a Venditti si basa in particolare sul ritrovamento, il 14 maggio 2025, durante una perquisizione a Garlasco nella casa dei genitori di Sempio, Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, di un appunto con la scritta “VENDITTI GIP ARCHIVIA X 20. 30. euro“, erroneamente datato 4 febbraio 2016 e su quelle che vengono definite una “serie di anomalie” da parte dei carabinieri Silvio Sapone e Andrea Spoto della squadra di polizia giudiziaria di Venditti. Fra cui “l’omissione” nella “trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”, la “breve durata dell’interrogatorio” di Sempio del 10 febbraio 2017, l’eccessiva durata (un’ora e 10 minuti) della notifica dell’invito a comparire l’8 febbraio e una “verosimile conoscenza anticipata”, da parte dei Sempio, dei temi degli interrogatori del 10 e 15 febbraio 2017. Circostanza, quest’ultima, che andrà comunque incrociata con il fatto che nei due mesi precedenti stralci delle consulenze della difesa Stasi e degli atti di indagine fossero stati resi pubblici sulla stampa e in tv. La decisione del riesame su Venditti è attesa entro il 18 ottobre. L’avvocato Domenico Aiello, difensore del 72enne in pensione, annuncia che è pronto anche un secondo ricorso contro il sequestro di 3 smartphone, 2 pc, 2 iPad, 2 hard disk e 2 chiavette Usb dell’8 ottobre.Il difensore parla per il suo assistito di una “vita rovinata” dall’eco mediatica scatenata con poco “senso di responsabilità” e sulla base di un’indagine in cui “non c’è alcuna prova” che Sempio o i suoi genitori, non iscritti sul registro degli indagati, lo abbiano corrotto. In un caso del genere “almeno il corruttore lo devi trovare” come “anche ora e luogo” in cui sarebbe avvenuto il patto illecito. In udienza deposita una “voluminosa memoria” mentre la Procura si accontenta di ribadire che gli indizi sono più che sufficienti per perquisire Venditti non trattandosi, la loro, di una richiesta di arresto.
L’amico del fratello di Chiara revoca mandato a legale
In giornata intanto Andrea Sempio ha revocato il mandato, prima telefonicamente e poi a mezzo pec, al suo difensore Massimo Lovati, dopo le esternazioni del legale in varie trasmissioni tv e da Fabrizio Corona. Tra le motivazioni ci sarebbe anche la mancata condivisione di strategie difensive, fra cui iniziative prese singolarmente da Lovati, che in serata si è detto “amareggiato” per una “macchia” sulla sua carriera, senza prima condividerle con il suo assistito e con la collega Angela Taccia. Venerdì dovrebbe essere annunciato il nome del nuovo professionista che entrerà nel pool difensivo del 37enne.

