Inchiesta urbanistica Milano: 6 a processo per Park Tower, i grattacieli che ‘gridano vendetta’

Inchiesta urbanistica Milano: 6 a processo per Park Tower, i grattacieli che ‘gridano vendetta’
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Il rinvio a giudizio nel giorno in cui in tribunale sfilano gli indagati ‘eccellenti’ per l’inchiesta sull’urbanistica che ha travolto la Giunta Sala

Tutti rinviati a giudizio per le ‘Park Tower’ di Milano. E’ la decisione, dopo quasi 8 mesi di udienza preliminare, della gup Alessandra Di Fazio. Il 12 novembre, davanti alla decima sezione penale, avrà inizio il processo per abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso a carico dell’imprenditore di Bluestone, Andrea Bezziccheri che ora rischia il carcere nella nuova inchiesta per corruzione, induzione indebita e falso sull’urbanistica milanese scoppiata in settimana, il progettista Sergio Maria Asti, il costruttore Roberto Verderio e 3 funzionari dello Sportello unico edilizia. Al centro la realizzazione delle due torri di 81 e 59 metri più un terzo stabile a stecca di 10 metri nate come “ristrutturazione edilizia” di un piccolo stabile industriale e autorizzate con una Scia alternativa al permesso di costruire in assenza di piano attuativo.

Sembra una piccola notizia nel giorno in cui in Tribunale sfilano per gli interrogatori preventivi seguiti alla richiesta di arresto l’ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, e il ceo di Coima, Manfredi Catella, ma per i pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano è un tassello fondamentale nella maxi indagine sul ‘mattone’, nata quasi per caso nell’ottobre 2022.

I due grattacieli venduti ai milanesi come ‘La tua casa affacciata sul Parco’ (Lambro) sono il condensato dei presunti reati spia usati da pm e guardia di finanza come apripista per arrivare al “sistema urbanistico edilizio deviato”: titoli edilizi sballati per risparmiare tra il 50%-60% sugli oneri di urbanizzazione e contributo di costruzione; pratiche semplificate e accelerate che di fatto ‘appaltano’ il governo del territorio e la sua pianificazione futura a una miriade di privati architetti che si muovono in maniera disordinata e senza regia pubblica sui quartieri; assenza di “standard” – cioè i servizi pubblici come verde, parcheggi, attrezzature religiose, scuole, reti elettriche e fognarie – a compensazione dell’insediamento sul territorio di nuovi “carichi urbanistici”, sia in termini di persone che di funzioni; danno alle casse comunali e in ultima istanza danno erariale su cui indaga la Corte dei Conti, con monetizzazioni degli standard “sottocosto” che per ogni cantiere finito nel mirino vengono quantificate in cifre che variano dal mezzo milione di euro fino ai 5 milioni.

Non era scontato il rinvio a giudizio per le torri Bluestone, su cui gli inquirenti hanno acceso un faro nel 2023 e di cui chiesero il sequestro a gennaio 2024. Negato dal gip Daniela Cardamone per non danneggiare gli acquirenti degli appartamenti estranei e per l’avanzato stato di lavori degli alloggi già pronti per la consegna ma con parole durissime: profili di “eclatante illegalità” dentro quella che i pm hanno definito “logica eversiva dell’ordinamento costituzionale” che avrebbe voluto far credere che “in Lombardia e a Milano la legge urbanistica dello Stato non abbia un valore sopra ordinato e non si applicherebbe” e che “qualsiasi tipo di intervento insediativo, indipendentemente dai carichi” urbanistici e di nuovi abitanti “che determina in termini di fabbisogno di servizi, non avrebbe bisogno di alcun adeguamento”.

“Se il Pgt di Milano è illegale abbiate il coraggio di indagare le ultime 3 giunte comunali”, li aveva apostrofati con una provocazione alla scorsa udienza uno dei difensori, l’avvocato Fabio Todarello. Come a voler dire, nemmeno troppo sommessamente, che i magistrati stavano entrando a gamba tesa nel campo esclusivo della politica. Ora che le giunte – quella attuale con il sindaco Giuseppe Sala e l’ex assessore Tancredi e metaforicamente quella ‘arancione’ di Giuliano Pisapia con l’iscrizione sul registro degli indagati della ex vice sindaca e assessora all’urbanistica, Ada Lucia De Cesaris, seppur nella sua veste attuale di consulente e avvocato di costruttori, banche e fondi immobiliari – sono effettivamente indagate, le ‘Park Towers’ diventa il quarto processo al via sull’urbanistica. Vanno a sommarsi a quelli già cominciati per la ‘Torre Milano’ di via Stresa, il palazzo nel cortile di via Fauchè e il Bosconavigli di Stefano Boeri che inizia a settembre.

A raccontare l’importanza del progetto targato Bluestone per il mondo del real estate milanese sono anche le intercettazioni agli atti dei fascicoli successivi nati da quella prima intuizione investigativa.

Il presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica per la Lombardia, Marco Engel (estraneo all’indagine ma consulente di alcune difese dei costruttori nelle inchieste successive), le definiva come “roba che grida vendetta”. “Com’è possibile che abbiamo distorto la norma in maniera tale – si domandava al telefono con un ex presidente della commissione paesaggio -. Abbiamo sbagliato, magari l’abbiamo fatto scientemente di sbagliare”. “E’ chiaro – concludeva – che se un magistrato vede una roba così dice: ‘ma non è possibile’. Come fai a spiegarglielo? o Meglio come fai a convincerlo”. 

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