Omicidio Cerciello, appello riduce pena per Hjorth a 10 anni

Omicidio Cerciello, appello riduce pena per Hjorth a 10 anni

La Cassazione aveva annullato l’ergastolo

Gabriel Natale Hjorth è stato condannato a 10 anni, 11 mesi e 25 giorni per concorso nell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. La Corte d’Appello di Roma ha rimodulato la pena, accogliendo le indicazioni tracciate dalla Cassazione, che aveva annullato con rinvio la precedente condanna, ritenendo eccessivo l’ergastolo.

Il ricorso della difesa

La difesa del giovane americano, all’epoca appena diciottenne, aveva presentato ricorso, ottenendo una rivalutazione del ruolo svolto da Hjorth la tragica notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Roma, nel quartiere Prati, quando Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, all’epoca di 18 e 19 anni, uccisero il sottoufficiale dei carabinieri.

La vicenda: tutto nato da una compravendita di droga

I due erano in cerca di cocaina e la comprarono da Italo Pompei, ma al posto della droga ricevettero una pasticca di tachipirina. Per vendetta rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, amico del pusher, morto nel 2021, e proposero un ‘cavallo di ritorno’ (lo zaino in cambio di cocaina).
L’incontro venne fissato per l’alba, in via Pietro Cossa. Ma ad attenderli, invece di Brugiatelli, c’erano due carabinieri in borghese, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale. La dinamica dell’aggressione fu rapidissima. Finnegan Lee Elder, armato di un coltello di 18 centimetri, colpì Cerciello con 11 fendenti in meno di mezzo minuto. Varriale, disarmato, affrontò Hjorth. “It’s enough!” (“È abbastanza”), gridò Natale prima della fuga. I due vennero arrestati poco dopo, in una stanza d’albergo. Nel processo di primo grado erano stati entrambi condannati all’ergastolo. Le sentenze d’Appello e poi la Cassazione avevano già ridotto la pena di Elder a 15 anni e 2 mesi. Ora, con l’ultima pronuncia della Corte d’Appello, anche Hjorth ha visto ridursi la condanna.

Legale famiglia: “Se la stanno cavando a buon mercato”

“È una soddisfazione morale minima, tenendo conto che siamo partiti dall’ergastolo e se la stanno cavando tutto sommato a buon mercato”. Con queste parole il professor Franco Coppi, legale di parte civile della vedova di Mario Cerciello Rega, ha commentato la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello Ter nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, ucciso nella notte tra il 25 e il 26 luglio del 2019, nel quartiere Prati a Roma. La nuova sentenza di secondo grado ha confermato la responsabilità degli imputati con una riduzione minima della pena dovuta, secondo Coppi, a un errore di calcolo già noto: “Sapevamo che c’era un errore che è stato corretto, portando a una diminuzione di pochi mesi”. Ma per la parte civile sono rimaste in piedi le circostanze aggravanti. Coppi ha anche sottolineato come la giustizia abbia comunque riconosciuto la gravità dell’atto, pur non confermando l’ergastolo inizialmente inflitto.

© Riproduzione Riservata