Nuovo caso di sfruttamento nella moda internazionale. Il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti di Loro Piana spa, brand vercellese del lusso controllato dalla multinazionale francese della moda LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, per aver instaurato “stabili rapporti” di lavoro “con soggetti dediti allo sfruttamento dei lavoratori” e agevolato “colposamente” il caporalato cinese lungo la filiera della lavorazione del cashmere in Italia.
Subappalti non autorizzati e manodopera irregolare
Nell’inchiesta del pubblico ministero di Milano Paolo Storari, i carabinieri del Comando Tutela Lavoro – Gruppo di Milano hanno ricostruito una catena di “subappalti non autorizzati” articolata su almeno quattro livelli per “impiegare manodopera irregolare e clandestina” in violazione delle norme su salute e sicurezza e non rispettando i contratti collettivi nazionali di settore su stipendi e salari, orari di lavoro, pause e ferie.
Loro Piana (2.294 dipendenti, quasi 1,7 miliardi di euro di ricavi nel 2024 e 389 milioni di euro di utile) si occuperebbe solo della “prototipazione” dei capi d’abbigliamento fra cui le pregiate giacche in cashmere del marchio guidato da Antoine Arnault, figlio di Bernard Arnault, l’uomo più ricco di Francia e fra i primi 10 al mondo per patrimonio, mentre la produzione sarebbe esternalizzata a società “senza alcuna capacità produttiva” (dipendenti o macchinari per lavorare la materia prima) che a loro volta appaltano le lavorazioni per abbattere i costi a opifici cinesi clandestini.
La denuncia di un lavoratore
Nel corso delle ispezioni condotte durante l’inchiesta, partita a maggio 2025 dalla denuncia di un lavoratore per caporalato e lesioni, picchiato e ferito dal suo datore cinese perché aveva chiesto il pagamento degli stipendi arretrati, i militari del Nucleo ispettorato lavoro e del Nucleo operativo del Gruppo per la tutela del lavoro di Milano hanno identificato almeno 21 lavoratori, di cui 10 occupati in nero e sette irregolari in Italia impiegati con paghe sotto la soglia oraria, senza formazione, sorveglianza sanitaria degli ambienti.
La manodopera sarebbe stata costretta a vivere in “dormitori” abusivi in “condizioni igienico sanitarie sotto minimo etico”. Due imprenditori cinesi sono stati denunciati e uno di loro arrestato in flagranza per sfruttamento mentre altri due titolari di aziende italiane rispondono della violazione di normative sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono state elevate multe per 181.482,79 euro e sanzioni amministrative per 59.750 euro. Due opifici sono stati completamente sospesi dall’attività lavorativa per gravi violazioni in materia di sicurezza e lavoro nero.
Loro Piana avrebbe agevolato il “sistema” dello sfruttamento
La società di Quarona in Piemonte del gruppo LVMH non è indagata ma per i giudici Pendino-Cucciniello-Profeta della sezione misure di prevenzione avrebbe agevolato il “sistema” dello sfruttamento che è stato “perpetrato nel tempo” per ottenere “l’abbattimento dei costi” e la “massimizzazione dei profitti” attraverso l’elusione di “norme penali e giuslavoristiche”, si legge nelle 26 pagine del provvedimento.
I giudici hanno nominato la professionista padovana Micaela Cecca come amministratore giudiziario fissando per il 13 novembre la prima udienza per discutere del piano di risanamento aziendale e organizzativo. Si tratta del quinto caso di misura di prevenzione che colpisce un colosso della moda fra 2024 e 2025 dopo le vicende che hanno coinvolto Alviero Martini spa, Armani Operations, Manufactures Dior e Valentino Bags Lab.