Sono stati identificati gli esecutori materiali dell’incendio appiccato allo scatolificio Sigilla di Pesaro, la notte di venerdì 11 aprile. Lo stabilimento, nella zona industriale, è stato raso al suolo dalle fiamme. Un danno stimato in 3,5 milioni di euro. Ad agire 4 uomini, tra i 30 e i 40 anni, arrivati nella città delle Marche dalla Puglia, dalla zona di Cerignola. Due si trovano in carcere a Foggia mentre uno ha l’obbligo di firma. Questo è residente a Jesi (Ancona). Il quarto è ancora ricercato. I Vigili del fuoco trovarono dell’accelerante all’interno dello stabilimento, usato con tutta probabilità per rendere più veloce l’azione delle fiamme. Gli autori hanno precedenti per reati simili, con tutta probabilità, hanno agito per conti di terzi. Non hanno legami con il territorio e l’azienda. L’azienda non aveva problemi e nemmeno aveva ricevuto messaggi intimidatori. I dettagli sono stati illustrati in conferenza stampa dai carabinieri di Pesaro e dal procuratore della Repubblica Marco Mescolini. “Si tratta di un fatto senza precedenti per la città di Pesaro e il terriotrio. Non risultano incendi dolosi così dirompenti. E’ stata distrutta completamente un’azienda, un danno milionario”, ha detto il procuratore della Repubblica di Pesaro, Marco Mescolini. Il danno è quantificabile in 3,5 milioni di euro. E ancora: “Quello accaduto, proprio perché non ha precedenti, è un fatto che vede l’interesse nella divulgazione per la grandissima operazione di indagine svolta con professionalità dai carabinieri.