Redaelli: "Per famiglia di Chiara ulteriore rinnovo della tristezza"

“Seguiamo tutte quelle che sono le nuove interpretazioni della scena del crimine che vengono date un po’ da tutti. Devo dire che ad oggi non abbiamo trovato nulla che fosse in controtendenza rispetto a quello che venne acclarato da una sentenza di Corte d’Appello che ha condannato l’imputato nella circostanza”. Lo ha dichiarato Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi, entrando in questura per il secondo giorno di analisi dei reperti sequestrati dopo l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. “Abbiamo ricevuto l’incarico dalla famiglia di assistere a questo incidente probatorio e di valutare tutte quelle che sono le nuove interpretazioni della scena del crimine”, ha precisato, ribadendo che finora non è emerso nulla in contrasto con la verità processuale sancita dalla Corte d’Assise d’appello e confermata dalla Cassazione.

“La famiglia è molto attenta a quello che sta succedendo ovviamente”, ha aggiunto. “È inutile che ribadisca come questa cosa sia per la famiglia di Chiara Poggi un’ulteriore rinnovo della tristezza che hanno patito 18 anni fa, quindi sono molto attenti a tutto e ci tengono che noi si seguano queste cose nella maniera migliore possibile”, ha spiegato il consulente, sottolineando l’intenzione di garantire la massima collaborazione con i periti e la procura. Quanto alla conservazione dei reperti, Radaelli ha osservato che “questo materiale è stato conservato per 18 anni al di fuori di quella che è la cosiddetta catena del freddo”. Se da un lato le tecniche attuali consentono analisi molto più sofisticate rispetto a quelle disponibili nel 2007, dall’altro “è altrettanto vero che da quello che ci risulta questo materiale è stato conservato in maniera aspecifica per una ricerca qual è quella che si andrà a fare”. “La famiglia oggi è aperta a qualsiasi elemento nuovo, vero, oggettivo che potesse arrivare da queste indagini”, ha concluso Redaelli. “La famiglia Poggi ha ricevuto una verità giudiziaria sancita da una corte d’appello e da una corte di cassazione che hanno identificato un condannato. Questa è la posizione attuale della famiglia Poggi”.

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