Sarebbe stato lui ad appiccare le fiamme nell'appartamento al quarto piano da cui si è lanciata Sueli Leal Barbosa. Pm: "Incendio pianificato"
È stato fermato nella tarda serata di ieri, giovedì, con l’accusa di omicidio volontario aggravato e incendio doloso, Michael Sinval Pereira, il compagno di Sueli Leal Barbosa, la donna di 48 anni che due notti fa è morta dopo essersi lanciata dal suo appartamento al quarto piano di viale Abruzzi, a Milano, per cercare di sfuggire al rogo dell’abitazione che sarebbe stato appiccato proprio dal convivente. Per tutto il pomeriggio l’uomo era stato interrogato in Questura.
Pm: “Morta in incendio pianificato, compagno era violento”
Nel fermo di indiziato di delitto di Michael Sinval Pereira, la pm Maura Ripamonti scrive che l’incendio nell’appartamento è figlio di un “minimo di pianificazione” e “non frutto di un’azione d’impeto”. Il rogo, ha precisato, è stato appiccato con “sostanze acceleranti”, che dovranno essere individuate. Lo stesso 45enne, pur non dichiarandosi colpevole, ha ammesso di aver “discusso con la compagna” la sera fra mercoledì e giovedì: “Era arrabbiato con lei perché si sentiva sempre sminuito”. Anche la sorella e le amiche della vittima hanno parlato di un “rapporto burrascoso”. E “risultano anche alcuni episodi di violenza ai danni” della compagna, “anche se la stessa tendeva a minimizzare” i fatti.
La versione di Michael Sinval Pereira
“Ho fumato una sigaretta e un istante prima di uscire l’ho gettata sul tappeto che era davanti al divano. Lei era maniaca della pulizia, volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio“: questa la versione di Michael Sinval Pereira, messa a verbale. L’uomo ha affermato “che lei puliva il tappeto e il divano con alcol ed ammoniaca” per provare a giustificare il rogo incontrollabile. Ha raccontato di aver “discusso” con Sueli Leal Barbosa. “Lei era arrabbiata con me perché voleva che la raggiungessi a letto anziché bere, io mi sono innervosito”.
Pereira: “Ho bevuto 10 birre e 4 Campari”
Avrebbe bevuto “10 birre, 4 Campari e poi una bottiglia di vino rosso” il 45enne, nella giornata in cui avrebbe appiccato l’incendio in cui è morta Sueli Leal Barbosa. L’uomo avrebbe iniziato a bere dalle 14 di mercoledì e dopo essere rincasato e aver discusso con la convivente avrebbe acceso il rogo, gettando forse una sigaretta sul tappeto di casa, e uscendo poi intorno alle 23-23.30 per recarsi in un noto bar di viale Abruzzi angolo via Plinio. “Ho preso una birra – ha messo a verbale Michael Sinval Pereira -. Uscendo ho notato che su viale Abruzzi all’altezza della mia abitazione c’erano dei lampeggianti blu, intuendo che fossero della polizia, così mi sono recato sul posto e ho preso contatti, apprendendo quanto fosse accaduto“. Versione a cui non credono gli investigatori della Squadra mobile di Milano, coordinati dalla pm Maura Ripamonti, che parla di “un maldestro tentativo” di fronte alle “bugie inizialmente raccontate” di ricondurre tutto a una “disgrazia”. Nelle ore dell’interrogatorio Sinval avrebbe offerto diverse spiegazioni dell’incendio, parlando anche di “candele profumate” e di una “caldaia difettosa”, che in realtà è “risultata regolare” all’esame dei vigili del fuoco.
La porta era chiusa dall’esterno, urla prima del rogo
La 48enne Sueli Leal Barbosa, dopo essersi gettata dal quarto piano, è stata soccorsa e portata in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare ed è morta qualche ora più tardi. Secondo gli accertamenti della polizia di Stato la porta di casa era chiusa dall’esterno, e i vicini di casa avevano sentito delle grida poco prima del rogo: potrebbe essersi trattato di una lite ma anche di urla di paura per le fiamme. Secondo alcuni vicini, la donna stava vendendo casa: chi ha visto l’appartamento nei giorni scorsi l’ha descritto come molto in ordine e curato.
Un’amica della vittima: “Il fidanzato era violento”
Il convivente della vittima, un 45enne brasiliano connazionale di Barbosa, è stato raggiunto dalle forze dell’ordine in un bar in zona piazzale Loreto. Un’amica di Barbosa aveva raccontato a LaPresse di essersi allontanata dalla vittima “perché il suo fidanzato, anche lui brasiliano, non mi piaceva, era una persona cattiva, un violento, la minacciava”. E sulla vittima diceva: “La conosco da anni da quando sono arrivata qui dal Brasile. Era una persona meravigliosa, un’ottima infermiera“.
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