L'uomo rivela quando raccontato da una donna di Tromello che abitava vicino alla nonna delle gemelle cugine di Chiara Poggi
Il racconto integrale del supertestimone finora inedito, insieme ad alcune telefonate mai ascoltate della madre di Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco, sono al centro del servizio de Le Iene andato in onda martedì 20 maggio. Nella videoinchiesta, di Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, anche alcuni messaggi vocali di Paola Cappa, inviati a un amico, inerenti all’omicidio di Chiara Poggi.
Caso Garlasco, spunta un supertestimone
In particolare, il testimone, indicato con il nome fittizio di “Carlo”, spiega all’inviato della trasmissione che, poco dopo l’omicidio, aveva incontrato in ospedale una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa. La donna gli riferì di aver visto Stefania Cappa agitata, intenta a entrare nella vecchia casa con una borsa pesante. Carlo precisa che, contrariamente a quanto riportato dai giornali, non ha mai parlato di un alare da camino e aggiunge che la donna gli disse che le gemelle non erano mai state viste lì prima e che l’episodio l’aveva colpita molto.
Carlo sottolinea che questa testimonianza è emersa solo oggi perché allora, secondo lui, “non c’era stata volontà di ascoltare”. Incontrato nuovamente il giorno seguente, a De Giuseppe conferma: “Stefania era nel panico, con un borsone”, il rumore di qualcosa gettato nel fosso, e aggiunge che le persone che avevano assistito alla scena erano già anziane all’epoca e oggi non sono più in vita. All’inviato Carlo racconta infine, di aver annotato tutto su dei taccuini, per non dimenticare.
Cosa ha detto il supertestimone alla Iene
“Dopo una settimana che è successo il fatto, l’avvocato dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni, mi ha chiamato”, spiega Carlo nel filmato della trasmissione di Italia 1, “Mi dice di aiutarlo in questa situazione e io ho risposto che se avessi avuto qualche notizia lo avrei chiamato”. Dopo un mese Carlo si reca in ospedale per trovare un amico e là incontra una signora di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna paterna delle sorelle Cappa. “Questa signora mi racconta che il giorno che hanno ucciso Chiara ha visto una delle due gemelle, disperata, trafelata e non riusciva a infilare la chiave per aprire il portone della vecchia casa”, prosegue Carlo. “La donna avrebbe chiesto alla ragazza il motivo di tanta agitazione e vedendo che portava con se una borsa pesante che non riusciva nemmeno a tenere in mano”. Secondo il racconto della vicina fatto a Carlo, la ragazza risponde che non ha niente ma non riesce ad aprire la porta tanto che la donna la aiuta ad entrare. La donna non sa dire se la borsa è stata depositata nella casa o buttata nel fosso. Dopo poco ha lasciato la casa e di nuovo non è riuscita a chiudere ricevendo nuovamente l’aiuto della vicina, andando poi via “col panico addosso”. Il racconto prosegue e Carlo rivela che la signora non aveva mai visto le sorelle Cappa nella casa della nonna. Il tutto è successo alle ore 13 del giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. La donna è sicura di aver visto Stefania poiché la sorella in quel periodo aveva una gamba ingessata.
Carlo rivela che tutta la storia fu raccontata all’avvocato Tizzoni già la sera stessa ma il legale rispose che non si poteva fare nulla poiché era già in corso un’inchiesta su Alberto Stasi e che non si sarebbe potuto prevaricare questa cosa e seguire un’altra pista. “Di conseguenza l’avvocato non ha voluto sentire la mia testimonianza e da quel momento non ha voluto più saper niente di questa storia”
Ricostruiti gli sms di Paola Cappa
Nel servizio de Le Iene sono stati ricostruiti alcuni messaggi vocali di Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi, sul caso del delitto di Garlasco. Nei giorni scorsi è circolata la notizia che Paola, sorella di Stefania, avrebbe inviato un sms con scritto: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Il destinatario, Francesco Chiesa Soprani — ex amico di Paola — ha consegnato spontaneamente a ‘Le Iene’ centinaia di messaggi e audio scambiati con lei, in gran parte riguardanti la terribile vicenda. Nel materiale fornito, tuttavia, quella frase non compare mai, né per iscritto né nei vocali. E tra i vocali inviati dalla ragazza risulta il seguente: “Guarda, io non ho mai aperto bocca, però arriverà il giorno che la apro. Voglio essere pagata fior di milioni, però dirò tutto, tutto, tutto, tutto”.
Le telefonate della madre di Sempio a Le Iene
Un altro documento inedito in onda a Le Iene è quello riguardante alcune telefonate tra la madre di Andrea Sempio e Alessandro De Giuseppe. Prima che l’indagine sul figlio diventasse pubblica, la donna contattò la trasmissione di Italia 1 per difenderlo dai sospetti. Con l’inviato delle Iene parlò anche dell’avvocato Tizzoni, accusandolo di aver passato documenti della procura al difensore di Sempio. Raccontò inoltre di una presunta testimone che, il giorno prima dell’omicidio, avrebbe assistito a un litigio molto sospetto tra Chiara e la cugina, ma che non ne parlò né ai carabinieri né ad altri. Nella telefonata con l’inviato, la madre di Sempio affermò anche che in paese “in pochi credono davvero che Alberto sia l’assassino“.
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