Le relazioni, del 2023 e del 2024, del pool di educatori e psicologi firmate dal direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggeri

Emanuele De Maria avrebbe coltivato “relazioni affettive” nell’ambito lavorativo. Lo ha scritto il pool di educatori e psicologi del carcere di Bollate in una delle due relazioni inviate, rispettivamente nel 2023 e 2024, al tribunale di Sorveglianza di Milano per chiedere l’approvazione del regime di lavoro all’esterno (articolo 21 dell’ordinamento penitenziario) presso l’Hotel Berna di via Napo Torriani del 35enne che in 48enne ore ha ucciso la collega 51enne Chamila Wijesuriy, con cui aveva storia, ferito un altro collega e poi si è suicidato, gettandosi dal Duomo.

Emanuele De Maria coltivava relazioni affettive con i colleghi di lavoro

Da quanto si apprende le “relazioni affettive” si sarebbero riferite a rapporti amicali con i colleghi di lavoro. Questa mattina è arrivata al presidente della Corte d’appello di Milano, Giuseppe Ondei, la richiesta del ministro della Giustizia Carlo Nordio di ricevere copia di tutti gli atti del fascicolo trattamentale-penitenziario di De Maria che saranno notificati in via Arenula a stretto giro. In una delle due relazioni si parlerebbe inoltre di persona “totalmente equilibrata che non presenta scompensi psichici”.

Cosa dice la relazione del pool di educatori e psicologi del carcere di Bollate

In più passaggi delle relazioni, la seconda del 2024 firmata a nome del pool di educatori e psicologi dal direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggeri, si parlerebbe della “massima collaborazione” resa da De Maria, l’inizio di un percorso di studi universitari in cella, la volontà di riconoscere gli errori commessi in passato, come l’omicidio giudicato d’impeto commesso nel 2016 a Castelvolturno di una prostituta in una storia di droga che lo ha portato alla condanna definitiva a 14 anni e 3 mesi, e la voglia di reinserirsi. Agli atti ci sarebbero anche gli elogi del datore di lavoro dopo un’iniziale diffidenza dovuta al fatto di non aver mai assunto persone detenute come maestranze e la storia della sua famiglia in Olanda

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