Giuseppe Zeno ha parlato con i giornalisti in una pausa dell'udienza che vede la ministra del Turismo in giudizio per falso in bilancio

Giuseppe Zeno, ex socio di Visibilia da cui è partita l’inchiesta che ha portato in giudizio, tra gli altri, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, per concorso in falso in bilancio, questa mattina era presente in aula a palazzo di giustizia di Milano. “Quando mi sono accorto che le cose non erano come quelle scritte sulle carte? Quando il collegio sindacale, soprattutto il dottor Gabelli, non ci dava le informazioni, quando il consiglio di amministrazione, all’epoca presieduto dalla signora Santanchè, non ci davano le informazioni che chiedevamo. Legittimamente da investitori e da soci avevamo diritto a conoscere determinate informazioni. Queste informazioni non ci venivano date in maniera spontanea e quindi abbiamo addito il tribunale”, ha detto Zeno ai giornalisti al termine dell’udienza.

L’ex socio di Santanchè

“È lì che ti domandi per quale motivo un amministratore o per quale motivo un collegio sindacale non ti dà le informazioni che dovrebbero essere pubbliche e che dovrebbero essere ben rappresentate nelle relazioni”, ha continuato Zeno. “E quindi lì abbiamo cominciato a guardare meglio all’interno delle singole voci di partita, e tra le voci di partitario che abbiamo analizzato abbiamo trovato qualcosa che non ci convinceva e su quello poi abbiamo continuato a scrivere alla Consob, alla Banca d’Italia e a tutti gli ordini di vigilanza, fino ad arrivare al famoso ex articolo 2409 che abbiamo presentato nel giugno 2022 e che ha dato poi seguito a quello che oggi è il processo. Se sono stati inviati a giudizio un motivo c’è, è chiaro che bisogna aspettare i famosi tre gradi di giudizio, però la partenza c’è”, ha concluso.

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