La carriera della primula rossa sarda dai sequestri fino alla malattia

Graziano Mesina, detto Gratzianeddu, è una figura emblematica del banditismo sardo del secondo dopoguerra. Nato a Orgosolo il 4 aprile 1942, è noto soprattutto per le sue numerose evasioni da carceri di massima sicurezza: ben 22 tentativi, di cui 10 riusciti. Tuttavia, la sua carriera criminale va ben oltre le fughe spettacolari, includendo traffico di droga e, soprattutto, sequestri di persona, spesso in collaborazione con l’organizzazione conosciuta come “anonima sequestri”.

Graziano Mesina, la trattativa per il sequestro Kassam e la grazia

Nel 1992, durante il sequestro del piccolo Farouk Kassam, Mesina intervenne come mediatore, approfittando di un permesso carcerario. Tentò di trattare con il gruppo di banditi sardi responsabili del rapimento del bambino, avvenuto il 15 gennaio a Porto Cervo e conclusosi con la liberazione del minore nel mese di luglio. Nel 2004, dopo aver trascorso circa 40 anni in carcere, ottenne la grazia dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi su proposta dell’allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli.

Graziano Mesina, il nuovo arresto nel 2013

Tuttavia, nel 2013 fu nuovamente arrestato per traffico internazionale di stupefacenti e successivamente condannato a 30 anni di reclusione. Nel 2020, in seguito alla conferma della condanna, Mesina si diede alla fuga e fu inserito nella lista dei latitanti di massima pericolosità. Venne catturato nel dicembre 2021 a Desulo e incarcerato a Badu ‘e Carros, per poi essere trasferito nel carcere di Opera nel 2022.

Graziano Mesina, la malattia e il ricovero

L’11 aprile 2025, Mesina è stato scarcerato a causa di una malattia oncologica in fase terminale. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto l’istanza di differimento pena per motivi di salute, e attualmente si trova in detenzione presso il reparto di P.P. dell’Ospedale San Paolo di Milano.

L’ergastolo per cumulo di condanne

Il caso di Graziano Mesina rappresenta una singolarità nella storia giuridica italiana: l’ergastolo gli fu inflitto non per una singola sentenza, ma come risultato del cumulo di tre condanne — rispettivamente a 24, 8 e 6 anni di carcere — in applicazione della normativa che prevede l’accumulo delle pene per reati distinti.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata