Dichiarazioni di testimoni evidenzierebbero un "atteggiamento ostruzionistico" dell'amministrazione verso architetti e progettisti non "intranei"

I progetti immobiliari finiti nelle indagini della Procura di Milano sull’urbanistica nel capoluogo lombardo sono “espressione di un vero e proprio sistema di malgoverno, da parte della commissione per il paesaggio del Comune di Milano“. Lo scrive il tribunale del Riesame di Milano nel provvedimento con cui ha confermato il sequestro di cellulare e dispositivi dell’ex vice sindaca milanese Ada Lucia De Cesaris, nell’ambito dell’indagine che ha portato, tra l’altro, all’arresto per corruzione dell’ex dirigente dell’Urbanistica del Comune di Milano e vice presidente della commissione per il paesaggio, l’architetto Giovanni Oggioni. De Cesaris non è indagata nell’inchiesta sull’urbanistica milanese e ha subito una perquisizione presso terzi.

Inchiesta urbanistica, cosa scrive il riesame di Milano

Il decreto di perquisizione e sequestro confermato dal riesame è stato eseguito dalla guardia di finanza il 7 novembre 2024 e riguarda “chat, email o scambio di dati” sui cellulari e dispositivi informatici dell’avvocata amministrativista dei fondi immobiliari. Per i giudici i “numerosi casi” passati in “rassegna” dalla Procura (palazzi nei cortili di altezze superiori a quelli preesistenti, nuove costruzioni fatte passare per ristrutturazioni per risparmiare sugli oneri) fotografano un “malgoverno” che riguarda “l’attività di pubblica amministrazione” e “tutela dell’interesse pubblico” in “edilizia”. Nel caso che ha coinvolto (da non indagata) De Cesaris e l’architetto Marco Emilio Cerri su un progetto immobiliare in via Lamarmora ci sarebbero “dichiarazioni” ritenute “coerenti” di testimoni che sono “esemplificative” di “un atteggiamento ostruzionistico dell’Amministrazione” verso architetti e progettisti che non sono “intranei” o di “veti posti ‘dall’alto'” su alcuni progetti.

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