Intanto c'è il primo imprenditore che parla apertamente di giustizia riparativa, per sbloccare i cantieri fermi da 8 mesi
Il capo dell’avvocatura del Comune di Milano, Antonello Mandarano, si è presentato oggi in Procura per un’interlocuzione informale con i pubblici ministeri che indagano sull’urbanistica della città e che hanno aperto, come atto dovuto, un fascicolo esplorativo, senza indagati né ipotesi di reato, sulla procedura di vendita dello stadio San Siro a Milan e Inter dopo l’esposto del comitato ‘Sì Meazza’ guidato dall’ex vice sindaco di Milano, Luigi Corbani. Mandarano è stato ricevuto dal Procuratore della Repubblica, Marcello Viola. L’incontro è stato cordiale e non si escludono successivi momenti di interlocuzione.
Due alti dirigenti dell’urbanistica del Comune di Milano, Paolo Guido Riganti e Marco Porta, sono stati sentiti ieri come testimoni dai pubblici ministeri che indagano sui cantieri edilizi di Milano congiuntamente ai magistrati della Procura regionale presso la Corte dei Conti che esplorano ipotesi di danno erariale per i mancati oneri di urbanizzazione. Da quanto si apprende, oggi si è tenuta una riunione al palazzo di giustizia di Milano di corso di Porta Vittoria fra il pool guidato dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, la guardia di finanza e i pm contabili, diretti dal Procuratore regionale presso la Corte dei Conti, Paolo Evangelista.
Costruttore di Milano pensa a giustizia riparativa
Nessuna “ammissione di responsabilità” sulle accuse di presunti abusi edilizi ma la disponibilità a trovare una soluzione, anche economica, per “sbloccare un cantiere sotto sequestro da 8 mesi” e dare una risposta a “decine di famiglie” che hanno comprato casa. C’è il primo costruttore a Milano, fra quelli coinvolti nelle oltre 20 inchieste giudiziarie aperte in 2 anni dalla Procura sull’urbanistica, che parla apertamente di “giustizia riparativa” e di versare le cifre, tutte o in parte, contestate dai pm come presunti mancati oneri di urbanizzazione, contributi di costruzione e monetizzazioni delle aree.
La Nexity Parco delle Cave srl – società di scopo dell’omonimo sviluppatore immobiliare francese, Nexity, da 3,5 miliardi di euro di fatturato nel 2024 e quotato alla Borsa di Parigi – “ha dato mandato al proprio legale” di “interloquire con la Procura di Milano per vedere quale strada seguire per permettere alle decine di famiglie che aspettano la ripartenza dei lavori e che hanno già versato anticipi fra il 20 e il 50 per cento sul valore degli immobili di avere una risposta”, afferma a LaPresse un portavoce del Gruppo francese.
Già venerdì 21 marzo l’avvocato Matteo Vizzardi dello studio internazionale Dentons ha chiesto un incontro preliminare in Procura per valutare la situazione del cantiere delle ‘Residenze Lac’ di via Cancano 5, uno degli sviluppi immobiliari in corso a Milano. Sotto sequestro dal luglio 2024, è il progetto di tre torri da 9, 10 e 13 piani affacciate sul laghetto della ex cava Cabassi al Parco delle Cave, con altezze tra i 27 e i 43 metri, 77 appartamenti per 217 abitanti lanciato con lo slogan ‘Milano vista Lago – Vivi la natura anche in città’.
Autorizzato come “ristrutturazione edilizia con ampliamento fuori sagoma” della ex fabbrica Pompe Peroni spa, attraverso diritti edificatori acquistati. Per i consulenti dei pubblici ministeri Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano che indagano con il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza – l’architetta Chiara Mazzoleni e il professor Alberto Roccella – le modalità di ottenimento del titolo edilizio avrebbero permesso di accedere a indebiti sconti del 60% sugli oneri di urbanizzazione e del 50% sul contributi di costruzione, per oltre 618 mila euro complessivi.
Nel decreto di sequestro della gip Lidia Castellucci (confermato dal riesame, a metà aprile si discute il ricorso in Cassazione) si contesta anche la monetizzazione degli standard – la pratica per cui il costruttore paga il Comune invece che cedere gratuitamente le aree su cui realizzare servizi di interesse generale e collettivo – al “prezzo ampiamente sottostimato” di 193,45 euro/mq. Scelte che, per i giudici che si sono espressi fino ad oggi, avrebbero vanificato “la potestà pubblica di programmazione territoriale” a “vantaggio di interessi privatistici”.
Nexity, che è subentrata nel progetto come sviluppatore in data successiva alla convenzione urbanistica al centro dell’inchiesta, siglata il 31 gennaio 2019 in uno studio notarile dall’ex dirigente del Comune di Milano, Giovanni Oggioni (arrestato a marzo) e gli allora proprietari dell’area della società Lakes Park srl, respinge le accuse di aver partecipato ad alcun illecito. “C’era un regolamento edilizio, un piano di governo del territorio e ci siamo conformati alle indicazioni del Comune di Milano”, spiega la società. Allo stesso tempo si dice pronta a “fare tutto il necessario” per risolvere la situazione di stallo.
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