Il nostro Paese paga la sua centralità nel mondo cristiano

L’Italia, in virtù della sua centralità nel mondo cristiano, continua ad essere tra i principali target della propaganda jihadista. Ma non solo. La Russia ha rafforzato il suo ruolo di primo piano nelle offensive “ibride” nei confronti di governi che sostengono l’Ucraina. E ancora, le organizzazioni terroristiche internazionali dimostrano una grandissima capacità di adattamento e di utilizzo delle tecnologie come l’Intelligenza artificiale. Sono questi alcuni degli spunti emersi nel corso della presentazione della Relazione annuale 2025 (ma relativa al 2024) sulla politica dell’informazione per la sicurezza, presentata oggi a Palazzo Dante nel ventesimo anniversario dell’uccisione dell’agente del Sismi Nicola Calipari.

Terrorismo: Inteligence, Italia oggetto di attenzione propaganda jihadista

 “L’Italia continua a costituire oggetto di attenzione da parte della propaganda jihadista, in virtù della sua centralità nel mondo cristiano, l’impegno nella Coalizione Globale anti-DAESH e la presenza, sul territorio nazionale, di luoghi simbolo della cultura e della storia occidentale. Il conflitto tra Israele e Hamas ha rivitalizzato la campagna mediatica sia di DAESH che di al Qaida contro l’Occidente”, si legge nella Relazione. “In tale contesto, anche l’Italia è indicata quale possibile obiettivo per la sua asserita posizione filo-israeliana – prosegue -. L’attentato incendiario compiuto nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024 contro il Consolato statunitense di Firenze si colloca all’interno di questa cornice, confermando la presenza di rischi anche nel nostro Paese. È proseguita, inoltre, la diffusione di materiale propagandistico volto a incitare attacchi contro luoghi di culto cristiani in Italia. Al riguardo, pur se compiuta all’estero, assume rilievo l’azione terroristica perpetrata il 28 gennaio 2024 contro la Chiesa cattolica italiana di Santa Maria a Istanbul, che ha causato un morto e un ferito; azione rivendicata dall’articolazione turca di DAESH come risposta alla chiamata della sua leadership a colpire ebrei e cristiani ovunque nel mondo”.

AI: Intelligence, da ambienti jihadisti grande capacità adattamento tecnologico

“L’emergere di nuove tecnologie, in particolare dell’intelligenza artificiale, sta contribuendo a trasformare il modo in cui le organizzazioni estremiste e terroristiche comunicano e operano. Diverse operazioni di polizia hanno confermato che in ambienti jihadisti, ma anche nell’ambito dell’estrema destra suprematista internazionale, sono state riscontrate capacità d’innovazione e di adattamento tecnologico, nell’intento di ottimizzare le attività di propaganda, di reclutamento, di pianificazione ed esecuzione operativa”, riporta la Relazione annuale 2025 sulla politica dell’informazione per la sicurezza. “L’IA facilita e velocizza la creazione di messaggi e contenuti persuasivi personalizzati, utili ad attrarre nuovi sostenitori – prosegue la Relazione -. Si tratta di un’opportunità a basso costo che permette di confezionare e diffondere discorsi d’odio, materiali di disinformazione, ideologie violente e appelli all’azione attraverso immagini, video e audio fake dall’alto livello di realismo. In relazione ai contenuti dottrinali, inoltre, l’IA agevola la creazione di testi meno complessi e maggiormente fruibili da un vasto pubblico, adattando il linguaggio ai target di destinazione”. Per quanto concerne poi “il reclutamento in rete – si legge -, rappresenta un’ulteriore opportunità per l’uso improprio dell’IA, soprattutto rispetto alla possibilità di sfruttarla per attività di micro-profilazione. Attraverso il monitoraggio e l’analisi dei dati presenti in rete e degli specifici interessi degli internauti, l’IA può infatti essere impiegata per identificare gli individui più vulnerabili alla radicalizzazione, effettuando poi una distribuzione mirata di contenuti e messaggi estremisti”.

Cybersecurity: Intelligence, in aumento offensive contro obiettivi nazionali

“La raccolta informativa ha consentito di rilevare, al netto del perdurante attivismo di gruppi ostili riconducibili alla matrice della criminalità cibernetica contro obiettivi nazionali, il significativo aumento delle offensive cyber perpetrate da molteplici attori della minaccia che, per capacità tecniche e disponibilità di risorse, appaiono verosimilmente contigui ad apparati governativi stranieri”. Si tratta delle Advanced Persistent Threat (APT), operazioni particolarmente mirate e persistenti, solitamente portate avanti da attori di matrice statuale o State sponsored, in genere condotte mediante l’impiego di malware all’interno delle reti bersaglio al fine di mantenere attivi i canali impiegati per l’esfiltrazione di informazioni sensibili o confidenziali dalle infrastrutture di Information Technology (IT) del target”, riporta la Relazione annuale 2025 sulla politica dell’informazione per la sicurezza. “In particolare – prosegue -, l’azione dell’Intelligence ha consentito di rilevare il crescente abuso, da parte di tali attori, di strumenti software legittimamente presenti all’interno dei dispositivi attaccati per condurre le proprie offensive cibernetiche, con il triplice obiettivo di: limitare il potenziale traffico malevolo tra l’attaccante e la vittima, a beneficio di una maggiore capacità di occultamento delle proprie tracce; rendere più complessa l’analisi forense e la conseguente attribuzione tecnica di tali attacchi, in ragione dell’assenza di elementi malevoli direttamente riconducibili all’attore ostile; consentire l’esecuzione dell’attività cibernetica controindicata anche a personale senza una significativa esperienza tecnica, grazie alla relativa semplicità di utilizzo di tali software”.

Ucraina: Intelligence, da Russia attività ibride contro sostenitori Kiev

“Nel corso del 2024 la Russia ha rafforzato il proprio ruolo di attore della minaccia ibrida, avvalendosi dell’Intelligence, della stampa, di mezzi economici, cibernetici e diplomatici, nonché dell’uso di forze militari. Mosca ha condotto attività ibride a danno dei Paesi che sostengono le posizioni del Governo ucraino, cercando di minare la coesione del fronte occidentale, gestendo a proprio vantaggio le forniture di beni di primaria importanza (soprattutto energia e materie prime), conducendo attività sempre più aggressive, nonché influenzando il dibattito democratico dei Paesi destinatari della minaccia”, si legge nella Relazione annuale 2025 sulla politica dell’informazione per la sicurezza. “L’elemento innovativo rispetto alle modalità con le quali la Russia ha portato avanti le proprie campagne e azioni ibride negli ultimi anni è rappresentato da un aumento delle azioni di sabotaggio e degli atti di violenza – prosegue il report -. Il Cremlino sta quindi ampliando la portata e il ritmo delle proprie operazioni asimmetriche contro gli Stati occidentali, compresi atti fisici di sabotaggio a siti militari o di aziende interessate al sostegno degli sforzi militari dell’Ucraina, affidandosi anche a persone che non hanno cittadinanza russa così da potere meglio argomentare la propria estraneità alle operazioni. La volontà russa di compiere azioni violente in Europa occidentale sarebbe il segnale di una strategia finalizzata alla manipolazione della percezione di sicurezza delle opinioni pubbliche europee e alla delegittimazione dei Governi schierati a fianco dell’Ucraina. La Comunità intelligence italiana non ha riscontrato casi accertati di azioni di sabotaggio da parte russa nel nostro Paese, né sono stati registrati eventi di natura violenta sul territorio italiano riconducibili a quella matrice”.

Sicurezza: Rizzi (Dis) intelligence si muove in perimetro legalità

“Io voglio garantire, voglio essere garante e testimone che la comunità dell’intelligence si muove in questo perimetro di legalità”, ha commentato il direttore Generale del Dis Vittorio Rizzi, alla presentazione pubblica della Relazione annuale 2025 sulla politica dell’informazione per la sicurezza, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e riferita all’anno precedente. Rizzi ha ringraziato il governo che lo ha scelto da “poco più di 45 giorni alla direzione del Dis”. “Sono assolutamente consapevole di quelli che sono i contenuti del lavoro della comunità dell’intelligence” ha aggiunto Rizzi che in apertura della relazione ha ringraziato la ex direttrice Elisabetta Belloni. “Ho vissuto tutta la mia vita sotto l’ombrello che ha creato la democrazia, quello della legalità, e sotto il quale si muove la comunità dell’intelligence”, ha detto sottolineando di volerlo ribadire “anche in nome di Nicola Callipari che ci è morto in questo perimetro di legalità e per le donne e degli uomini che servono questo Paese”.

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